Star Wars: Il Risveglio della Forza – 38 anni dopo, in una Galassia Lontana Lontana…

Mai vista gente commuoversi al cinema ai titoli di testa. Già questo esempio la dice lunga sull’attesa che avvolgeva il settimo capitolo della più famosa saga stellare di tutti i tempi; neanche la trilogia del prequel era riuscita nell’intento, un po’ perché solo qui si sapeva che sarebbero stati presenti la maggior parte degli attori principali della saga originale, e un po’ perché solo ora, a 38 anni dal lancio del primo episodio, la maggior parte di quelli che l’avevano vista da bambini adesso in sala portavano i loro figli a vedere i “veri” Luke, Ian e Leia.

La trama è semplicissima: un nuovo Impero è sorto dalle ceneri del vecchio, e stavolta si chiama Primo Ordine. Con il nuovo Lato Oscuro, il Leader Supremo Snoke ed il suo nuovo potente Darth Vader, (che si chiama Kylo Ren), la sua nuova Morte Nera, le sue truppe in armatura bianca. Ma la speranza rinasce, in una Galassia lontana lontana… una nuova generazione di Resistenza. Ma solo apprendendo i segreti della Forza la Resistenza ha speranze di rovesciare il Lato Oscuro e l’ultimo maestro Jedi, che potrebbe insegnarli, si è nascosto da qualche parte nell’universo: Luke Skywalker (Mark Hamill). Entrambe le parti lo cercano, ovviamente per motivi opposti.

Cominciamo subito dalle buone notizie, ed è un piccolo spoiler, Jar Jar Binks, il personaggio più stucchevole e insopportabile della saga, non c’è. Dobbiamo ringraziare il regista JJ Abrams per questo? Molti fan avevano storto la bocca quando hanno saputo che sarebbe stato il regista dei reboot di Star Trek (sacrilegio!) ad occuparsi del settimo episodio (cosa che non succederà nei due capitoli conclusivi), e molti erano stati i dubbi sull’effettiva libertà che si sarebbe potuta prendere nella produzione ammiraglia della Disney (ancora di più di The Avengers o di qualunque animazione targata Pixar). Questo infatti è  tutti gli effetti un sequel, non un reboot, quindi nessun revisionismo era realmente possibile (a differenza di Star Trek).

Dobbiamo riconoscere ad Abrams che è stato effettivamente molto abile nel riproporre sapientemente i topoi della serie originale, che si svolge, anche cronologicamente, esattamente a una trentina di anni da il Ritorno dello Jedi; e a tenere il salvabile della trilogia prequel che, effettivamente, solo nel terzo episodio era stata soddisfacente: quindi aspettatevi pianeti desertici, macchine e robot immaginifici e uniformi acronistiche consolidate e non, mix di razze aliene, e ovviamente le magnifiche musiche di John Williams… con l’innesto delle nuove generazioni su quelle vecchie, peraltro in omaggio al politically correct, visto che i nuovi protagonisti sono una ragazza (Daisy Ridley), un nero (John Boyega) ed un ispanico (Oscar Isaac) più il bianco (Adam Driver, che è il cattivo, ovvero l’erede di Darth Vader). Del resto la Disney è la Disney: e se i primi 20-30 minuti vi assicuriamo che vi faranno presagire il peggio (stile Phantom Menace,per intenderci), con questi “ragazzini” impegnati in inseguimenti e in battute da pubblico sotto i 14 anni, fortunatamente il film cresce fino al climax finale. Merito? Saremo di parte, ma il film decolla con Harrison Ford, Ian Solo che entra in scena col fido Chewbacca: allora sai che la Forza è tornata per davvero (anche se tecnicamente Ian Solo non è un Jedi, ma chi se ne frega). Il vecchio leone è perfetto nell’ammantare di aura mistica il nuovo episodio, e le scene con la principessa Leia (Carrie Fisher), ormai entrambi ultrasessantenni, sono veramente intense per tanti versi.

E poi, tra le tante citazioni e easter egg (una su tutte: la sfera di allenamento dei Jedi – ma occhio, perché si vede per un secondo), X-Fighters contro Tie Fighters, spade laser, C3PO e R2D2 (con, e questo è un tocco piacevole, il suo erede BB8), Bene contro Il Male. Alla fine i conti tornano.

Mantenute le promesse? Sì. Capolavoro? Ancora no, ma il finale ci lascia presagire che La Forza si è davvero risvegliata. VOTO: 7,5/10

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