Ant-Man and The Wasp: Quantumania – Un Supereroe Piccolo Piccolo
Inizia ufficialmente con il terzo Ant-Man, la quinta fase del MCU. Ormai abbiamo perso il conto tra film e serie TV (beh, in realtà no, ma la verità è che comincia a stancare). Paradossalmente, Ant-Man è uno dei personaggi più vecchi dei fumetti che ideò il mitico Stan Lee, e pure uno degli Avengers originali, anche se nell’incarnazione che non abbiamo veramente mai visto sullo schermo, cioè Hank Pym e Janet Van Dyne.
Qui invece i protagonisti sono quello che per gli amanti dei fumetti è il secondo Ant-Man, ovvero l’ex-ladruncolo Scott Lang (Paul Rudd). Ad accompagnarlo, per l’appunto Wasp/Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) oltre ai suoceri (i suddetti Hank e Jim, ovvero Michael Douglas e Michelle Pfeiffer) e alla figlia Cassie. Stavolta l’allegra famigliola si troverà catapultata nel Regno Quantico, un Universo in miniatura con creature incredibili ed il suo dittatore, il misterioso Kang (Jonathan Majors). Riusciranno a tornare nel nostro mondo e, come scopriranno, a sventare l’ennesima minaccia all’Universo?
Insomma, l’MCU sta mostrando la corda. Non c’è assolutamente niente che non abbiamo già visto da qualche parte in qualche altro film, o addirittura già in qualche film della Marvel.
Gli effetti speciali realizzano un mondo immaginifico, ma niente che uno Star Wars o recentemente un Doctor Strange ci abbiano fatto vedere (e meglio): l’effetto da Famiglia Robinson sotto Trip che evidentemente il regista ci ha voluto trasmettere è purtroppo 100% deja-vu. Sembra quasi che la Marvel, più che puntare su storie nuove, racconti le stesse storie, ma da punti di vista diversi, più per motivi di marketing che di vero e proprio progetto artistico: Guardiani della Galassia è quello che strizza l’occhio alla Generazione X, Spiderman ai teenager, Captain Marvel per il pubblico femminile, Doctor Strange ai più nerd, Black Panther e Shang-Chi ai mercati “etnici”, e per l’appunto Ant-Man è il prodotto per famiglie. Un mondo alieno, il protagonista/i protagonisti adattati per l’immedesimazione di chi va a vederlo, il solito cattivo che vuole conquistare il mondo. A dire la verità, Jonathan Majors è forse l’elemento più interessante del film, insieme ai vecchi leoni Douglas e Pfeiffer. Il resto è istantaneamente dimenticabile, fatto benissimo, solito messaggio edificante, adattissimo a portarci la famiglia e a consumare pop-corn e… Basta. Dubito che un amante dei fumetti lo trovi interessante, ci ha ricordato un incrocio tra i vari “Viaggi” scritti da Jules Verne e portati sullo schermo negli anni 50’-60’ e John Carter, flop della Disney del 2012, prima che appunto acquisisse la Marvel, ma sarebbe più corretto dire, “fagocitasse”: non è rimasto più niente dei vari Captain America, Thor, Iron Man ( e lasciamo stare lo Spiderman di Sam Raimi) che avevano entusiasmato i fan, anzi la Disney ha letteralmente clonato se stessa, così come ha fatto con la LucasArts di Star Wars. Il Topo della Disney ha divorato Il Ragno della Marvel, insomma.
Un film piccolo piccolo. Battuta scontata, ma lo è pure questo Quantumania. VOTO: 5,5/10