
World War Z – L’Ultima Onda
Uno dei film più attesi dell’anno, World War Z di Marc Forster è un thriller apocalittico di quella che potrebbe essere l’ultima guerra dell’umanità… contro una marea di Zombie, una vera è propria pandemia che sembra sbucata dal nulla e alla quale niente sembra resistere. Ecco dunque nel succo, i riferimenti nel titolo, l’estensione “mondiale” e la Z che sta per “Zombie” e allo stesso tempo evoca l’ultima lettera dell’alfabeto (dunque della Storia).
Brad Pitt interpreta il protagonista Gerry Lane, specialista in infiltrazioni dell’ONU che ha il compito di trovare una cura attraversando nel processo ben tre continenti, nella speranza di poter tornare dalla sua famiglia prima che sia troppo tardi anche per loro.
Il film, diretto con ottimo mestiere da Forster, punta molto sul ritmo e sulla potenza evocativa di immagini impressionanti, su tutte, lo sciamare degli Zombie che riempiono gli spazi come un fiume in piena, travolgono cose ed oggetti come un’onda e scalano mura come fossero un esercito di formiche. Difficile non rimanerne colpiti, anche se, a volte, il ritmo stesso diventa così convulso, ipercinetico, da rendere alcune scene quasi delle forme indistinte. Di fatto le scene all’aperto sono la parte migliore del film, laddove invece le scene di interni, dove l’adrenalina rallenta per far spazio al thriller psicologico, sono più deboli e meno sviluppate di quanto lo avrebbe permesso un cast internazionale di tutto rispetto.
Come dicevo, ottimo mestiere, ma decisamente scarsa originalità… il tutto sembra un buon mix di tutta la filmografia zombie/epidemia virale da Cesar Romero in poi, anche se viene prediletto il lato cinetico di quel filone (dunque Io Sono Leggenda, 28 giorni dopo e l’Alba dei Morti Viventi – la versione di Zack Snyder- ed evito di citare i vari Resident Evil), piuttosto che il tradizionale lento e compassato Zombie che nasce –su larga scala- con La Notte Dei Morti Viventi (siamo nel 1968) e trova il suo più degno e recente successore nella serie televisiva The Walking Dead. Forse l’unica innovazione vera e propria risiede nella dimensione “globale” e non solo USA-centrica che tipicamente caratterizza gli altri film del genere, ed infatti la cura viene ricercata in India, Israele ed infine in Galles, dove Gerry troverà l’ultima speranza in un team di medici internazionali, tra cui il nostro Pierfrancesco Favino (che ad onor del vero, non sfigura affatto!). Peccato che questa peculiarità si fermi a quello che probabilmente è una mera operazione commerciale di volti e accenti non-USA, mentre avrebbe potuto esplorare un riferimento alle migrazioni mondiali in massa dai Paesi del Sud verso quelli del Nord (ovvero le ondate di zombie, proprio come ci appaiono, o ci vogliono far apparire, le questioni di cui sopra) , problema risolvibile solo a livello globale e non locale -proprio come succede nel film- ma che rimane una tematica appena scalfita.
In definitiva, divertente e teso World War Z rappresenta un buon prodotto, che trova il suo picco nella visionarietà della fotografia, ma un po’ troppo superficiale rispetto al potenziale. VOTO: 6,5/10