
Wonder Woman – Il Cinefumetto è finalmente Donna?
Il primo supereroe al femminile titolare di una pellicola tutta sua dai tempi di Elektra (2004), ed il primo diretto da una donna, Patti Jenkins che non dirigeva un film da grande schermo dal pluripremiato Monster del 2003 (quello con Charlize Theron sfigurata che vinse l’oscar). Premesse di grande attesa, visto che oltretutto, successo commerciale a parte, i fumetti del mondo DC non hanno avuto un gran ruolino di marcia per ora (eccetto, ovviamente, per il Batman di Tim Burton e soprattutto quello di Christopher Nolan), ultimo caso il tremendo Suicide Squad.
Il personaggio è ovviamente iconico, creato dallo psicologo William Moulton Marston nel 1941 (stesso anno di Capitan America), nelle intenzioni doveva essere un omaggio alle donne americane che contribuivano con coraggio al supporto bellico degli USA, e questo prima che in molti paesi occidentali (italia inclusa) non avessero diritto di voto. Nel nostro Paese fu soprattutto la serie televisiva anni 70-80 con l’Indimenticata Lynda Carter (ex Miss America, e francamente perfetta incarnazione del personaggio nell’immaginario collettivo) a renderla nota al pubblico.
In questo film, siamo nel 1917, (cambiamento rispetto all’originale, qui siamo nel periodo del Primo e non del Secondo Conflitto Mondiale) Diana/Wonder Woman, Principessa delle Amazzoni nella mitica Isola di Temyshira (curiosità: scene girate in costiera amalfitana!), entra in contatto con l’affascinante pilota di aerei US Steven Trevor, e decide di accompagnarlo per salvare il mondo da quel conflitto globale che lei pensa essere opera di Ares, Dio Della Guerra. Il Buon Steve, un po’ perché ha bisogno di tornare al suo mondo, un po’ perché Diana è un portento in battaglia e apparentemente indistruttibile, un po’ perché (diciamo la verità) è un gran bel pezzo di figliola, non ce la fa a dirle che Ares c’entra poco e se la porta dietro. Insieme i due avranno la missione di distruggere i laboratori dove i Tedeschi producono il letale Gas Mustard, con cui stanno già facendo strage ovunque.
Sicuramente interessante il fatto che il protagonista sia stavolta un personaggio femminile, dopo dozzine di uomini; e anche l’ambientazione durante la Grande Guerra, pochi dei cinefumetti hanno tentato lo spostamento nel passato (solo Capitan America nel primo episodio e gli X-Men con il trittico ’60-70-80), è ben riuscita. Bene anche la protagonista, Gal Gadot, che aveva l’arduo compito di sostituire nell’immaginario Lynda Carter, benino Chris Pine nel delicato compito di fare il donzello da salvare (in effetti non è così imbelle, una specie di Indiana Jones un po’ sfortunato). Visivamente buone le scene di combattimento, dove si vede uno stile di combattimento molto elegante e femminile da parte delle Amazzoni rispetto ai soldati), e lo score musicale.
Tutto il resto, nonostante il successo mondiale che sta riscuotendo, è nella media, con in particolare una visione un po’ superficiale del personaggio di Diana. Capiamo gli alleggerimenti da commedia, certo la scelta degli attributi di Steven e le conversazioni sull’educazione sessuale per evidenziare le peculiarità femminili, sembra curiosamente “maschilista” come scelta. Se poi ci mettiamo una rappresentazione della guerra un po’ tirata via e posticcia (ad esempio la scena della strage con il gas) e dei cattivi poco ispirati (uno a sorpresa, non anticipiamo), il film non rimane memorabile, in linea con Superman Vs. Batman di qualche mese fa, certo con una trama decisamente meno contorta e forse godibile, ma un po’ deludente rispetto alle aspettative. Dopo il buon Man Of Steel dedicato a Superman del 2012, siamo ancora in attesa di qualcosa di bello dalla DC. Che sia l’imminente Justice League a rovesciare il per ora perdente confronto con i grandi rivali della Marvel? Ai posteri -tra qualche mese, tranquilli- l’ardua sentenza.
Meno Wonder del previsto. VOTO: 6,5/10