Wolverine L’Immortale – Il Ritorno Del Mutante Artigliato

Wolverine L’Immortale – Il Ritorno Del Mutante Artigliato

Hugh Jackman è divenuto de facto il volto di Wolverine, visto che ormai sta interpretando il ruolo per la quinta volta (sesta se si include il cameo nel 2011) dal 2000. Un po’ come Sean Connery che è il volto ufficiale di James Bond nell’immaginario collettivo (con buona pace  dei vari Daniel Craig, Roger Moore, ecc.), Jackman, partendo da un personaggio difficile da portare sullo schermo (stiamo parlando di un supereroe irsuto, di circa 1,65, e con un taglio di capelli che preoccuperebbe persino Morgan), ne è divenuto talmente la rappresentazione reale che la recente produzione a fumetti che riguarda il Mutante Canadese ha totalmente preso le sembianze del Trasformista Australiano.

Personaggio con una storia complessa ed affascinante come pochi (del resto è stato protagonista di maestri del fumetto assoluti, come Chris Claremont e Frank Miller), stavolta la trama lo spinge in Giappone, dove aveva appreso le arti marziali del bushido prima della seconda guerra mondiale, e dove, su richiesta di un vecchio amico, dovrà proteggere l’ereditiera Mariko dagli assalti della Yakuza: con una difficoltà aggiuntiva: per qualche motivo ha perso la sua invulnerabilità. Per chi non lo sapesse, Wolverine/Logan oltre ad essere dotato di artigli indistruttibili e sensi da predatore, ha capacità rigenerative che lo rendono virtualmente immortale, dunque la sua storia inizia a metà 800 in Canada per arrivare ai giorni nostri attraversando guerre, epopee, sperimentazioni, orrori e tanta solitudine: come gli Highlander dei tempi di Christopher Lambert, coloro che ama sono destinati ad invecchiare e morire sotto i suoi occhi ormai senza tempo. Di fatto, è divenuto un ronin, samurai senza padrone in termini letterali, uomo senza ragione di esistere in termini metaforici.

Pur con dei difetti di trama, Wolverine risolleva le sorti di un personaggio che dopo, il passo falso del 2009 (il primo spin off dedicato al suo “assolo”), sembrava destinato a decadere. Eliminando molti elementi supereroistici del genere (non vedrete costumi ed uniformi), il regista James Mangold è riuscito a cogliere alcuni aspetti tormentati del personaggio, non per ultimo l’esser stato costretto ad uccidere il suo amore che lo spinge a cercare una morte che lo respinge, insieme ai lati più spiccatamente da kung fu movie che ne caratterizzano una parte delle storie (in particolare, per gli amanti della carta, il ciclo di Frank Miller), con personaggi riconoscibili per stile e caratteristiche, e ovviamente qualche mutante e “cyborg”…

Oltre ad uno sviluppo comunque interessante, e non scontato (eccezion fatta per la parentesi romantica), Wolverine L’Immortale conta su scene di azione davvero molto buone (su tutte quella sul tetto del treno), e persino qualche immagine iconica (vedere per credere il nostro Logan trattenuto da frecce stile San Sebastiano da una trentina di ninja); e personaggi dello star system orientale che non dispiacerebbero a Tarantino (su tutti la piccola ninja Rila Fukushima). E ovviamente immancabile “finalino”, stavolta davvero promettente…

Cinefumetto gradevole, ben fatto e con qualche graffio andato a segno. VOTO: 7/10

CATEGORIES
Share This

COMMENTS

Wordpress (0)
Disqus (0 )