Thor The Dark World – Il Signore dei Martelli

Thor The Dark World – Il Signore dei Martelli

Dopo Kenneth Branagh che aveva raccontato dell’arrivo di Thor sulla Terra, ecco un cambio di regia: diretto da Alan Taylor (ovvero Il Trono di Spade), arriva il secondo film dedicato al Dio Del Tuono. Al primo film era stata rimproverata un’eccessiva pesantezza (forse pretendere che Branagh non evidenziasse i lati shakespeariani delle saghe di Asgard era davvero troppo…), naturale che stavolta abbiano scelto di darci una versione del Potente Vendicatore più leggera (ma non i toni visivi, che invece risultano più cupi dell’altro). 

Stavolta è il malvagio Elfo Oscuro Malekith (C. Eccleston) a scatenare le ire di Odino (A. Hopkins) e di Thor (C. Hemsworth): il villano tenterà, grazie ai poteri della misteriosa sostanza chiamata Aether, di far piombare l’universo al suo Stato Primordiale, dove lo stesso Malekith regnerà sovrano su tutti i Nove Mondi, approfittando di un allineamento cosmico. 

Visivamente The Dark World è ottimo, la scelta dei colori è di grandissimo impatto, anche se probabilmente non valorizza il 3D nello stesso modo in cui c’era riuscito Branagh; ma rimane una rappresentazione dell’immaginario norreno davvero molto buona, ed è apprezzabile la commistione di elementi alla Tolkien (più Il signore degli Anelli che Lo Hobbit) con alcuni elementi fantascientifici che ricordano un po’ il Prometheus di Ridley Scott e un po’ Star Wars di Lucas (alcuni scontri ed inseguimenti tra navicelle, nonché l’Esercito degli Elfi Oscuri in versione Troopers dell’Impero con tanto di fucili laser sono fin troppo evidenti). Altrettanto buono è il tentativo di Taylor di alleggerire il mood (quanti morti per un cinefumetto mainstream…) con momenti umoristici anche azzeccati (notevole la vena comica –inedita- di Stellan Skarsgard; simpatici alcuni siparietti come Thor che prende la metro, e viene pure palpeggiato da una fan). Come già nel precedente capitolo, emergono alcune interpretazioni interessanti, Loki (T. Hiddleston, ormai una conferma dopo l’ottimo lavoro sul primo Thor e su The Avengers) su tutti, inutile dire che i momenti più interessanti (inclusa la conclusione) sono quelli che coinvolgono il fratellastro di Thor; e molto brava la Russo nel presentarci nelle poche apparizioni una Frigga davvero Reale. 

Dove sono i punti deboli dunque? Ahimè, ce ne sono, almeno quanti quelli buoni. La trama è decisamente lineare (veramente fin troppo), anche se per alcuni versi incoerente (nonostante un prologo ed una spiegazione da parte dello stesso Odino, non si comprende mai fino in fondo cosa cerchi di fare Malekith), alcune scelte sui personaggi sono veramente discutibili (la presenza di UN Asgardiano e di UN Elfo di colore? va bene il Politically Correct, ma qui si sfiora il ridicolo); e purtroppo i vari Hemsworth, Hopkins e Portman (una triste Jane Foster, ci spiace ammettere) sembrano svogliati: essendo tre personaggi portanti, finiscono con l’affossare il film. 

Quindi: dopo Iron Man 3, temiamo che il filone dei cinecomics made in MarvelStudios (cioè Disney), sia ormai in conclamata decadenza, e quel che è peggio mentre i grandi rivali DC stanno sfoderando i loro Batman, Superman, ecc. di qualità decisamente superiore. Non ci resta che sperare che il prossimo Capitan America vendichi 🙂 le ultime sconfitte, ma cominciamo ad avere i nostri dubbi che ci sia davvero la volontà di far qualcosa in più che un semplice intrattenimento da teenager. VOTO: 6/10

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