
The Wolf of Wall Street – Troppo Non Basta
19 marzo 1987. Il lunedi nero di Wall Street, neanche l’ultimo come sappiamo, ma forse la tomba dei favolosi anni 80, dove tutto si crea e niente si distrugge, e tutti possono avere tutto quello che vogliono. Nascono nuove generazioni di manager, ancora più spregiudicati dei precedenti, tra cui Jordan Belfort, pirata della borsa, profeta dell’eccesso, squalo rampante e disposto a tutto. La sua carriera inizierà dal basso, vendendo azioni da pochi centesimi di aziende di scarsi orizzonti, fino al possedere la più sfacciata delle compagnie di investimento USA, ed infine ad ogni reato finanziario possibile immaginabile con esportazione, ovviamente illecita, di capitali in svizzera. Finisce perseguitato legalmente, ma cadrà tutto sommato in piedi… Ricorda qualcuno? Sostituite il Lupo con il Caimano. Ci siete?
Film basato su una storia vera, questo di Scorsese è una vera e propria maratona di 3 ore, roboante, rutilante, eccessivo, senza misura. Le scene di droga e sesso (generalmente di gruppo) sono così frequenti da dubitare che effettivamente si lavorasse in ufficio in un qualunque momento. Quasi sicuramente da oscar, Leonardo di Caprio stile Miami Vice giganteggia con una parte parzialmente fatta su misura,ma che si prende i suoi rischi (riusciti) nella parte più scabrosa, ovvero gli eccessi di Belfort, al limite dell’esplicito. Dubitiamo che Tom Cruise o Tom Hanks avrebbero accettato.
TWOWS racchiude proprio in questa parola la sua essenza: eccessivo. Tre ore ipercinetiche, urlate, violentate, quasi a evocare il costante stato sotto droghe del protagonista e dei suoi compari. Per inciso, questo è il problema del film. Scorsese sembra non sapere cosa farci di questa storia cosi incredibile e decide di non decidere. A metà strada tra il Wall Street di Oliver Stone e Paura e Delirio a Las Vegas di Terry Gilliam, TWOWS è un’apologia degli euforici Anni ’80 che però non offre sufficiente sintesi o varietà. La parte migliore risulta essere l’ascesa di Belfort (e straordinaria risulta la breve -ma davvero incisiva- interpretazione di Matthew McConaughey, primo maestro del protagonista neofita) e le sue sparate in ufficio, nonchè la sua uscita dal mondo della finanza. Il resto, con le donnine, la droga, il lusso, i nani usati come freccette, l’elicottero sullo yacht ad un certo punto stufa. Molte scene anche ben fatte (ad esempio il quasi naufragio o il viaggio dalla zia Emma in UK) danneggiano la narrazione, allungandola oltre modo. Diceva Spielberg che la parte più difficile del lavoro del regista è tagliare la tua parte preferita del film per aiutare tutto il film. Ecco, Scorsese sembra essersi dimenticato questa lezione, un pò come a volte capita a Tarantino: o hai qualcosa come C’Era Una Volta In America o Schindler’s List, oppure con tre ore hai un problema di come mantenere viva l’attenzione. Paragone scomodo: se proprio non vogliamo compararlo a Margin Call di un paio di anni fa (tutt’altro passo ed intenzioni), purtroppo TWOWS soffre anche di fronte ad un film molto con molte meno pretese come 1 km da Wall Street.
Cosa rimarrà di The Wolf of Wall Street? Buone interpretazioni (non abbiamo citato Jonah Hill, bravissimo ed odioso, o Rob Reiner -sì, il regista di Harry Ti Presento Sally!- nella parte del maniacale Belfort Sr.), atmosfera anni’80-90 ben rievocate e scene esilaranti, qualcuna notevole… Ma il problema è che dubitiamo che qualcuno lo guarderà tutto una seconda volta. Troppo non basta. VOTO: 6,5/10