
Spiderman: Far From Home – Anche I Supereroi vanno in vacanza
Ritorna sullo schermo (e siamo al settimo episodio in carne ed ossa dopo l’ormai mitologico capostipite diretto da Sam Raimi del 2002) il Tessiragnatele più famoso della pop-culture, con Jon Watts alla regia e Tom Holland nei panni di Peter Parker.
Dopo il ritorno alla “vita” di Spiderman dopo gli eventi di Avengers: Endgame, per Peter si preannuncia un periodo impegnativo, sia a scuola, sia nella sua identità nascosta. Ormai di supererei ne sono rimasti pochi e dunque toccherà a lui, reclutato dal sempiterno Nick Fury per sconfiggere una serie di mostri che sembrano apparire dal nulla nei 4 angoli dell’Europa, dove il nostro eroe è in gita scolastica con la sua classe. In suo soccorso, Nick Fury, lo Shield e un nuovo alleato, Mysterio, proveniente da una Terra parallela… Riuscirà Peter Parker a: a. salvare il mondo; b. non farsi scoprire mentre lo fa; c. conquistare la sua amata MJ? E non necessariamente in questo ordine.
Appurato che Spiderman è ormai il prodotto del segmento “teen” dei Marvel Studios (e quindi necessariamente il più ipersemplificatp), non ci resta che chiederci se il gioco regga ancora la candela. Tom Holland è probabilmente il migliore dei Peter Parker visti fino a qui, è quel mix di nerd/genio/bravo ragazzo/eroe di tutti i giorni che effettivamente rispecchia il personaggio creato dal compianto Stan Lee e Steve Ditko nel 1962; e gli effetti speciali hanno raggiunto un livello incredibile, soprattutto in questo film dove il concetto di realtà distorta è fondamentale e Jake Gyllenhaal/Mysterio è uno splendido istrione che ci introduce il concetto di cosa sia effettivamente la Verità al mondo d’oggi, fatto di fake news ed eccesso di informazione, dove soprattutto i giovani, sono a rischio di acriticità cronica rispetto a quello che succede. È interessante come la Marvel abbia scelto di introdurre in questa serie di Spiderman delle tematiche “educative”, anche nel primo episodio (quello con L’Avvoltoio come nemico) la sottotrama era quella del capire cosa ribolliva nella società della ribellione al sistema dietro Occupy Wall Street; e tutto sommato lodevole.
Ma a differenza di quel rivoluzionario Uomo-Ragno del 1962, rivoluzionario nella sua semplicità, qui siamo ormai al contenitore di intrattenimento professionale; e la gita scolastica che ci porta da Venezia a Praga a Londra, con relativi scontri supertecnologici con supermostri ed intermezzi da romantic comedy su sfondo da cartolina sembra un po’ il raschiare il fondo del barile creativo, una via di mezzo tra gli ultimi James Bond e Ma Guarda Un po’ Sti Americani con Chevy Chase, anno di grazia 1985, che qualcuno con qualche capello grigio ricorderà di sicuro. E peccato che hanno pure tolto la mitica musica del cartoon anni ’60 che almeno nei titoli di coda c’era sempre stata.
In fin dei conti non malaccio, ed il finale è decisamente migliore del primo tempo (che lascia presagire davvero un tracollo, fortunatamente non successo), ma ormai Spiderman è questo. È anche il primo film senza il cameo del compianto e sorridente Stan, quasi a voler dimostrare che quello che doveva vedere lo ha visto, nel futuro chissà. Excelsior! VOTO: 6,5/10
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