
The Amazing Spiderman – il Ritorno dell’Era delle Meraviglie
A cinque anni dal terzo e conclusivo episodio dello Spiderman di Sam Raimi, ecco il re-boot ad opera di Marc Webb, con nuovi attori, un nuovo supercattivo, e tutti i presupposti per lanciare una nuova trilogia.
Essendo un re-boot (ovvero una riscrittura parziale e attualizzata), la trama riprende dalle origini del Tessiragnatele, ovvero il giovane e geniale nerd Peter Parker (interpretato da Andrew Garfield), studente imbranato e fotografo part-time, che viene morso da un ragno mutato che gli conferisce superpoteri e… (pronti?) Grandi responsabilità! Dovrà affrontare la minaccia della sua controparte, Lizard (ovvero lo scienziato –interpretato da Rhys Ifans- che decide di usare i suoi poteri in modo distorto per aiutare l’umanità) e conquistare la sua bella (stavolta è la bionda Gwen Stacy – interpretata da Emma Stone- ovvero la fidanzata originale della serie di fumetti).
Stavolta il titolo contiene la parola “amazing” ovvero fantastico ed in questo aggettivo il regista Marc Webb (nomen omen, visto che il cognome significa “ragnatela”), ha basato il suo progetto, intensificando il lato spettacolare del fumetto, con riprese degli spostamenti da grattacielo a garattacielo in prima persona davvero notevoli, effetti visivi di prima qualità e scontri/inseguimenti (soprattutto quelli con Lizard, reso assolutamente benissimo) davvero avvincenti.
Per alcuni versi, Webb riprende alcune caratteristiche del fumetto originale, come le ragnatele che stavolta sono di origine meccanica e non biologica ed appunto la fidanzata originale (e non la rossa Mary Jane, che pure è l’amore “storico” di Peter Parker), nonché le prime morti importanti della serie; a differenza di Raimi (o del più recente The Avengers), che aveva attinto (ottimamente) alle atmosfere pop di Stan Lee, Webb esegue un’operazione analoga a quella effettuata su Superman da Bryan Singer e su Batman da Christopher Nolan rendendo il mood generale più realistico e cupo, meno iconografico e “fumetto”. A differenza dei due film di cui sopra, The Amazing Spiderman tuttavia, tende talvolta a strizzare l’occhio al pubblico adolescenziale, soprattutto nella prima parte (decisamente meglio la seconda parte).
Nota positiva è senz’altro il nuovo Peter Parker/Spiderman, un Andrew Garfield che risponde meglio all’immaginario dei fumettofili su Peter Parker rispetto a Toby McGuire, e che connota il suo personaggio di tic da nerd e pose/abitudini da adolescente come skateboard e telefonino in linea coi tempi. Molto bella anche la resa del nuovo costume, con il fisico “smilzo” del primo Spiderman disegnato da Steve Ditko nel ’62. Forse un po’ superfluo il nuovo racconto delle origini, che nulla aggiunge rispetto al predecessore; e, in definitiva, non ottimale l’introspezione psicologica e l’esplorazione delle motivazioni che caratterizzano l’essenza del supereroe e l’identificazione dell’uomo comune nel Ragno di casa Marvel (cose che invece erano ben fatte da Raimi, soprattutto nel secondo film della serie).
In definitiva, un buon film divertente ed un buon potenziale non ancora pienamente espresso, ma che (occhio ai titoli di coda) lasciano ben sperare nel prossimo episodio. VOTO:7/10