Old Man & The Gun – Il Buon Cinema Non Invecchia Mai

Old Man & The Gun – Il Buon Cinema Non Invecchia Mai

Ci ha preso un po’ alla sprovvista il monumento Robert Redford quando la scorsa estate dichiarò che questo film di David Lowery sarebbe stato il suo ultimo ruolo sul grande schermo. O forse no, visto che l’ottuagenario Robert, ha sempre deciso di testa sua come vuole vivere Hollywood; liberal sempre in prima linea, sempre elegante nelle scelte personali e professionali.

Ed infatti questo film è il delizioso crepuscolo di una storia pseudo-vera, quella di Forest Tucker, romantico rapinatore di banche, 17 volte evaso (ultima di queste a 70 anni); un gentiluomo lui stesso, visto che non ha mai usato la pistola, sempre limitandosi a mostrarla in banca, e mai tirandola fuori in fuga.

Sin dai titoli di testa, Old Man & The Gun cita apertamente forse il più iconico dei film di Redford, Butch Cassidy and The Sundance Kid, con il suo gemello spirituale Paul Newman. Insieme, i due hanno rappresentato per decadi, tutto ciò che c’è di buono nell’America per noi Europei; mai dalla parte del potere, ma che sanno usare il sistema per lanciare i propri messaggi. I titoli di testa (e quelli di coda) riportano gli stesso caratteri dell’altro film, e spessissimo (inclusa l’ultima gita a cavallo alla fine – con tanto di coperta sulle spalle), le atmosfere sono quelle agro-dolci di quel capolavoro del 1969, un’epopea romantica ormai anacronostica. Le musiche jazz di sottofondo ci portano davvero ad un’epoca diversa, e c’è persino una strizzatina d’occhio a La Stangata (altro film iconico della coppia Redford-Newman), per chi sarà bravo a riconoscerla; e, per quelli meno bravi, un estratto da La Caccia, con un Redford appena trentenne. Curioso come il modello di riferimento dell’etica di Hollywood abbia interpretato così tante volte il ruolo del “fuorilegge”… Un messaggio?

Con lui tanti amici di tanto tempo (e ben 4 Premi Oscar in una pellicola sola): Sissy Spacek (sempre bellissima), Danny Glover, Tom Waits, persino Keith Carradine in una piccola apparizione; e uno della nuova generazione che più di altri sembra averne raccolto l’eredità spirituale ad Hollywood, ovvero Casey Affleck, il poliziotto triste dal nome emblematico (John Hunt) che contribuirà ad acciuffare definitivamente (o quasi) il fuorilegge sorridente…. Cosa che non sfugge al buon Tucker, in una scena al limite del surreale, dove il poliziotto è acciuffato dal fuorilegge, e in qualche modo gli spiega il suo modus operandi, ma anche il suo modus vivendi: “quando sei elegante, dai comunque l’impressione di sapere cosa stai facendo”. John Hunt non coglie subito.

Un film sul passare del tempo, vero, ma anche un film sul piacere di fare quello che si fa, che non ti fa invecchiare mai. Uno di quei film che ti fa uscire dalla sala come il suo protagonista. Sorridente. VOTO:7/10

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