Star Trek Beyond – Spazio, Ultima Frontiera (davvero?)

Star Trek Beyond – Spazio, Ultima Frontiera (davvero?)

… e via, verso nessun Uomo è mai giunto prima. Terzo episodio di una delle franchise più iconiche della storia della fantascienza  dopo la rivitalizzazione operata dal guru del piccolo e grande schermo più in voga degli ultimi 10 anni, ovvero JJ Abrams.

C’è da dire che, nei precedenti  episodi, datati 2009 e 2013, il buon JJ era riuscito nell’impresa di rivitalizzare  un brand glorioso, ma ormai francamente decotto, con Generazioni  Vecchie e Nuove  che ormai avevano ben poco da aggiungere alla saga dell’Enteprise: i personaggi  della nuova trilogia, pur rimanendo  rispettosi della versione originale, avevano avuto nuova linfa e caratterizzazioni in linea  coi tempi. Ora, questo terzo episodio, inizia con l’handicap : al timone, non più JJ, passato  al Lato Oscuro della Forza (letteralmente , visto che sta dirigendo i grandi rivali di Star Wars), e che qui si limita a produrre, ma il Justin Lin della serie Fast & Furious.

Stavolta Il Comandante Kirk, il suo fido vice Spock, e tutti i vari Scottie, McCoy, Uhura, ecc… dovranno affrontare la minaccia di Krall e il suo sciame di terroristi spaziali che, dotato di una  potentissima arma biologica, minaccia la Federazione di riportare l’universo ad uno stato di perenne guerra tra mondi e razze. A rendere il tutto ancora più drammatico per Kirk : Krall riesce non solo a catturare quasi tutto l’equipaggio, ma niente poco  di meno che a distruggere l’Enterprise…

Dunque, si chiude (forse) la trilogia, ma come si chiude? Di certo è l’episodio  più adrenalinico, ovviamente si vede la mano del nuovo regista, e sono tanti i bei tocchi che strizzano l’occhiolino ai fans, nonché alcuni omaggi a chi non c’è più (come Leonard Nimoy, lo Spock originale) e a chi c’è ancora (tra cui l’outing del  Sulu nuovo, chiaro riferimento alla omosessualità mai rivelata del Sulu  degli anni ’60).

Altro aspetto che ci è piaciuto molto è lo spazio lasciato ai comprimari dell’equipaggio: e se Kirk  (Chris Pine ) è sempre il leader coraggioso (è un po’ impulsivo), stavolta Spock (Zachary Quinto, comunque  la star della trilogia, a nostro avviso) duella verbalmente soprattutto con McCoy (un Karl Urban in forma e con le migliori battute del film), cinico e burbero; e allo stesso tempo più spazio per Sulu, Uhura e Scottie, quest’ultimo interpretato da Simon Pegg, non incidentalmente anche co-sceneggiatore, e non incidentalmente alla sua prima  sceneggiatura  SF dopo tanta commedia. Ultima apparizione , peraltro di Cechov, Anton Yelchin ci ha lasciato quest’anno.

E se i combattimenti  nello spazio (impressionante la rappresentazione  dello sciame delle navicelle di Krall) e la stessa Yorktown, la città difesa dalla Federazione, sono entrambi superbi, ed è evidente come sia stato accentuato il tono “light” di questa space opera per i neofiti, con rimandi che risuoneranno familiari ai nostalgici con qualche annetto in più  (come la scelta di alcune musiche su tutti i Beastie Boys); nonostante tutto questo, il terzo episodio perde qualche colpo rispetto agli altri due, complici un cattivo (Kral/Idris Elba) un po’ troppo abbozzato (peccato , si poteva risolvere meglio) e una trama con poco spessore psicologico.

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