Sinister – Brividi e Popcorn, soprattutto popcorn

Sinister – Brividi e Popcorn, soprattutto popcorn

Prodotto, scritto e diretto da Scott Derrickson, giá regista di non capolavori come Ultimatum alla Terra e L’Esorcismo di Emily Rose, Sinister si presenta come un thriller con una trama classica che più classica non si può: Ellison Oswald (Ethan Hawke) , scrittore di inchiesta di delitti efferati, decide di investigare sul massacro di una famiglia in Pennsylvania, e della relativa scomparsa di una delle figlie…  All’insaputa della propria famiglia, decide di stabilirsi nell’abitazione dove si era compiuto il terribile misfatto. Inutile dire che una decisione così intelligente, porterà ad inevitabili conseguenze nefaste, che iniziano con la scoperta in soffitta di macabri filmini e continuano con apparizioni notturne e culti pagani. 
In effetti è curioso che la trama in una pellicola dove regista e sceneggiatore coincidono,  situazione che in genere risulta in una particolare cura della narrazione, sia poco credibile al di lá di quello che può essere la normale “sospensione di incredulitá” che si concede ad un film horror… Non solo nelle premesse (il trasferimento nella casa del delitto, ma su questo si poteva sorvolare), ma risulta debole anche lo sviluppo a volte frettoloso di come succedano gli avvenimenti , dove si incrociano possessioni sovrannaturali con entità demoniache babilonesi  che però, oltre a somigliare ad un incrocio tra il Corvo ed uno dei Kiss, hanno un debole per filmare in Super 8 (ok per gli anni ’60, ma anche dagli anni ’90 in poi… Immaginiamo sia un demone con un penchant per la nouvelle vague).
Intendiamoci, Sinister è un buon prodotto di genere, e si discosta significativamente e positivamente dal sottogenere teen horror che praticamente ne ha preso il sopravvento. Fotografia e musica (soprattutto) funzionano benissimo, ed i filmini sono davvero inquietanti. Il vero peccato in realtà sta nel fatto che la sottotrama del demone interno di Oswald, che nel perseguire una fama ormai perduta, non esita a portare consapevolmente la sua famiglia su un sentiero sin-troppo oscuro, percorrendolo fin- troppo oltre, rimanga pur-troppo in superficie. Peccato, ne sarebbe emerso tutt’altro livello…
 Invece, ci limiteremo a pensare: “accendi la luce e chiama aiuto, idota!” senza contare che per essere uno scrittore di inchiesta (tipo il nostro Carlo Lucarelli, per intenderci), Oswald non scrive, non intervista, non ricerca (se non una volta su internet… Ma a che scopo trasferirsi in Pennsylvania?), ma si limita a guardare ed editare filmini ( e meno male che “qualcuno” glieli fa trovare subito), e, malignamente, ad utilizzare dispositivi di una nota azienda tecnologica, bene in evidenza.
I richiami sono molti, su tutti The Ring (troppo facile, tra film, maledizioni di tipo seriale, bambini posseduti…) e the Blair Witch Project, con qualche spruzzatina di Shining (soprattutto, e peccato per le ragioni di cui sopra) e L’Esorcista (soprattutto nella fotografia); ma il mix, pur facendo il suo dovere, non esalta nei risultati finali. Le interpretazioni non aiutano… Adattissimo ad una serata a base di coca cola e popcorn; e istantaneamente dimenticabile. VOTO: 6/10

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