Sicario – Oltre ogni Confine

Benicio Del Toro in una storia di Messico & Droga? impossibile non pensare a quel gioiello che fu Traffic di Steven Soderbergh ormai 15 anni fa, in un’interpretazione a dir poco monumentale del grandissimo attore portoricano (meritatissimo oscar in quella occasione). 

Grandissime aspettative dunque, anche se Sicario si presenta subito come un film da outsider,  un po’ per il regista (Dennis Villeneuve del bellissimo, ma praticamente ignorato Prisoners di due anni fa), un po’ per la presenza di ottimi attori nessuno di grande richiamo (il succitato Benicio, ma anche Josh Brolin e Emily Blunt). 

Proprio l’attrice britannica è il perno di questa storia: Kate Macer, agente FBI prestato in un’operazione anti-droga, ben presto si scoprirà sconfinare in ambiti molto ambigui, e non solo perché si tratta del confine tra USA e Messico. Kate è affidata a Matt Graver (Brolin) e appunto Alejandro (Del Toro), Influenti, misteriosi e poco ortodossi, la scorteranno in angoli molto oscuri della giustizia e della ragion di stato: obiettivo snidare il potentissimo capo del Cartello di Juarez, Alarcon. Ma chi sono veramente questi due? Questo sarà il vero thriller. 

Sicario è un film che, pur nei canoni dell’action movie/police movie, fa della tensione il suo punto di forza: impossibile non rimanere incollati allo schermo, anche perché le soluzioni narrative scelte da Villeneuve sono spesso imprevedibili e sempre inquadrate da un punto di vista anomalo, visto che la protagonista, pur essendo un’ottimo poliziotto, spesso si trova in vere e proprie situazioni di guerra urbana dove è realmente un pesce fuor d’acqua (in mezzo ai “lupi” parafrasando Alejandro). La lunga sequenza del primo viaggio a Juarez, in mezzo a  corpi mutilati esposti nelle strade (controllate sul web… eventi che capitano realmente da quelle parti!), un traffico perennemente congestionato e che si conclude con uno scontro (incredibilmente chirurgico) proprio alla frontiera è assolutamente straordinaria e fa intuire in quale abisso Kate stia per sprofondare, fisicamente e moralmente.

Tutto davvero di alto livello in Sicario: trama, interpretazioni, fotografia (alcune davvero di pregio… i soldati che si immergono nell’oscurità del crepuscolo sono un gioiellino) e musica (tesissima, appropriata e mai invadente). Insomma, Villeneuve fa ancora centro. 

Ancora monumentale la prestazione di Benicio Del Toro, che riempie piano piano il film fino a diventarne il protagonista: bello come parta come figura di contorno ( la prima inquadratura sembra casuale, semplicemente di sbieco), poi via via  cresce, occupa lo spazio anche emotivo della storia ed infine ne diviene sempre più la colonna portante fino a diventarne l’elemento risolutore. Quando arriverà allo scontro finale la pistola sarà appoggiata un  ultimo secondo sul cuore per sentirne il rinculo, prima di un sospiro quasi definitivo. Ancora un oscar in arrivo?

Proprio l’orrore della normalità in cui si muove Kate è la cifra stilistica scelta dal regista per connotare Sicario: soldati che combattono una guerra dove la guerra non è mai stata dichiarata, poliziotti che lottano o a volte lavorano a fianco di quelli con cui dovrebbero lottare, potenti boss che vivono, ammazzano e vengono ammazzati in tranquillità, persone che vivono la loro vita in mezzo al traffico di auto e proiettili come se fossero la stessa cosa. Non a caso, Villeneuve sceglie un fil rouge molto particolare nel film, il poliziotto corrotto Silvio che alterna il servizio (dall’una e dell’altra parte) con le partite di calcio del figlio, e una scena finale di questa partita tra bambini in un campetto polveroso (e la polvere permea tutto il film sporcando la luce del sole ovunque, chissà forse un riferimento a quella polvere per cui si combatte in queste terre di confini piuttosto selettivi) che in qualche modo richiama proprio quello di Traffic (era baseball in quel film). Solo che li, negli Stati Uniti, al di là del confine, era tutto bello, di qua, in Messico, ci si ferma un attimo quando si sentono gli spari. Giusto un attimo. VOTO: 8/10

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