C’Era Una Volta a… Hollywood – Tarantino e la sua Summer of Love

C’Era Una Volta a… Hollywood – Tarantino e la sua Summer of Love

La Nona Sinfonia di Quentin Tarantino: 5 anni nello scrivere il film, almeno a sentire il buon Quentin e l’ennesimo che sfora le 2h40, ormai suo marchio di fabbrica.

Siamo nel 1969 e Rick Dalton, attore un po’ decotto dopo i fasti del Western ‘anni 50, fa fatica a trovare nuove scritture; e così la sua controfigura, nonché factotum, nonché amico Cliff Booth; un bel giorno, Rick scopre che il grande regista Roman Polanski e sua moglie Sharon Tate sono i suoi nuovi vicini. Sul grande schermo, Rick ha la possibilità di redimersi con una bella parte; nella vita reale, entrambi affronteranno una della serate più tristemente memorabili di quel 1969, ovvero l’assalto alla villa di Sharon Tate da parte di una setta di invasati guidati da Charles Manson e che sfociò in un massacro.

Bravissimo Tarantino nello sviare tutti: infatti cominciamo col dire che proprio l’omicidio della Tate NON è l’argomento principale della storia, nonostante che fosse stato presentato così più volte nel corso degli anni: diciamo che è un suo personalissimo punto di vista sulla questione. Intendiamoci, la Tate c’è , una luminosissima Margot Robbie peraltro, e la vediamo spesso in azione, ma la storia è completamente incentrata sui 2 amici, un Rick attore sul viale del tramonto interpretato come sempre magistralmente da Leonardo Di Caprio e il Cliff spiantato stuntman (vero e proprio topos di Tarantino) che ha il volto di Brad Pitt, redivivo e in formissima dopo qualche anno di assenza.

E’ un Tarantino doc: ci troverete tutti gli ingredienti principali, dai costanti riferimenti ai B-Movies (in questo caso in particolare sugli Spaghetti Western, e sugli attori USA che si sono riciclati grazie al genere), al tono scanzonato, ai dialoghi ipercarichi, alla violenza grottesca ed esagerata. E naturalmente la lunghezza fiume: sembra che proprio Tarantino di fare sintesi non ci riesca. Da Kill Bill in poi i suoi film sono dei fiumi di immagini ma, se almeno lì ebbe l’idea di spezzare il film in due parti, dopo diventa un integralista alla Sergio Leone (suo idolo ovviamente), e del girato non si butta via niente, pazienza se ne soffre la trama, come in The Hateful Eight o Django Unchained (lasciamo stare A Prova di Morte, troppo brutto per essere più di uno scherzo). Fortunatamente, C’Era Una Volta a… Hollywood (i puntini sono proprio nel titolo), senza arrivare alle eccellenze di Pulp Fiction e Le Iene, somiglia di più al riuscito Bastardi Senza Gloria, con il quale ha in comune un altro dei suoi pallini,  senza anticipare nient’altro, quello del “revisionismo” storico (non nel senso classico del termine), più nel concetto che di come andò la storia andò per davvero, per Tarantino è secondario. Ma a dire la verità, il titolo era già un indizio.

In definitiva? Un primo tempo un po’ noioso, nonostante una buonissima prova di Di Caprio nella rinascita del suo Rick Dalton; un secondo tempo molto meglio, spiazzante ed esagerato per tutti i motivi giusti. Una sequenza su tutte: quella di Cliff/Pitt che entra in un vecchio ranch adibito a comune di Hippie e prova ad andare a salutare un suo vecchio amico… Tesissima, sudicia, imprevedibile (e ci sono pure due brevi apparizioni di Dakota Fanning  e Bruce Dern). Questa parte sì che ci è sembrata un grande Spaghetti Western.

Alla fine, è proprio Brad Pitt che ci è piaciuto di più in questo film, in coppia con DiCaprio funziona benissimo, tanto che lo stesso Tarantino li ha paragonati a Paul Newman e Robert Redford. Il duo attore/controfigura che nella vita reale ribaltano chi sia il protagonista e chi solo collaterale ci è sembrato il meccanismo della storia che ci ha soddisfatto di più. Quello che forse ci è piaciuto di meno, che stavolta, ancora di più che in altri casi, tanto film sembra superfluo, non brutto, per carità, ma poco funzionale: quasi tutto il primo tempo e, incredibile ma vero, praticamente tutta la parte su Sharon Tate.

Ma questo è Quentin Tarantino. Senza Compromessi. VOTO: 7/10

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