Noah – Salvati O Sommersi

Noah – Salvati O Sommersi

Una delle storie per eccellenza della Bibbia, l’Arca di Noè è sempre stato uno dei racconti e metafore più suggestive per raccontare il complesso rapporto divino-umano-natura. Sicuramente, però, e al di là della maestria tecnica che possa richiedere la realizzazione di un diluvio, anche la narrazione non deve essere stata semplice da affrontare, essendo un tema estremamente delicato da un punto di vista inter-religioso (ebraismo, cristianesimo ed islamismo contemplano un diluvio nelle rispettive genesi) e allo stesso tempo scarno (e aggiungere qualcosa è di certo rischioso– vedi parentesi precedente). A memoria di uomo, quello di Aronofsky, uno dei meno timidi registi del panorama di hollywood (vedi Requiem per un Sogno, Il Cigno Nero, e quello che rimane il suo miglior film, ovvero The Wrestler), è il terzo tentativo di portare questo racconto (il secondo è il celeberrimo La Bibbia di John Huston) sul grande schermo, e il primo nel farne un film a sé stante.

Aronofsky, sceglie di realizzare un film di atmosfere primordiali, al confine tra storia e preistoria, in ampie praterie spoglie che in qualche modo ben rievocano un qualcosa di estremamente antico, dove la sopravvivenza appare quasi magia. Noè e la sua famiglia si nascondono dagli altri uomini, corrotti e malvagi rispetti ad una natura pura ed armoniosa, con animali e piante che sconfinano nel mitologico, ed angeli caduti resi giganti di pietra, dimenticati da Dio su una Terra che decisero di aiutare millenni fa. Letti ed interpretati i segni insieme al nonno Matusalemme, Noè porta la sua famiglia e gli animali sull’arca prima del diluvio con la convinzione che loro saranno gli ultimi esseri umani sul pianeta, a riparazione di tutti i torti fatti al Creato dai propri simili; dovrà prendere decisioni terribili fino a comprendere che l’umanità che tanto detesta non è che frutto di libero arbitrio, le sue scelte libere da ogni vincolo. Arriverà dunque il mitico arcobaleno, sigillo della rinnovata alleanza con Dio e nuovo inizio.

Non si può che applaudire al coraggio di Aronofsky che, come dicevamo si prende dei bei rischi e alla fine ne tira fuori un kolossal che ben esalta il 3D in tutta la sua potenza; per rendere meno scarna la storia di partenza incorpora nel film numerosi riferimenti alla storia biblica, tra cui la Creazione, Adamo ed Eva, la pelle del serpente (uno dei tocchi migliori… il serpente restituito alla sua dimensione non di peccato, ma di conoscenza, trasformazione, libera scelta: di fatto si tramanda da patriarca a patriarca nel film), persino Sodoma e Gomorra ante-litteram ed un presagio del Sacrificio di Isacco.

Da qui in poi, però, e purtroppo per noi, è tutta in discesa: se Russell Crowe è un Noè “larger than life” (incluso nel girovita), pieno di estremi e contraddizioni (e va bene), e Ray Winston un buon “cattivo”, il tutto sprofonda più nel fantasy che nello spirituale, decisamente reminiscente di Conan il Barbaro di John Milius, con mostri di pietra, armature cimmere, stivali e giacchettine in pelle (sic!), ma anche la stregoneria di Matusalemme – Anthony Hopkins, qui palesemente in vacanza- e della moglie di Noè-la sopravvalutatissima Jennifer Connelly. Alla fine non si può non simpatizzare con Cam (la cui performance batte lo scialbo Sem e l’insopportabile Ila senza discussione) che abbandona la famiglia per cercare fortuna –e moglie, poveretto- altrove.

I momenti migliori sono i brevi presagi e i racconti di Noè, dove il sogno si amalgama in modo più naturale ed appropriato con le tematiche: più che a Conan il Barbaro, forse Aronofsky avrebbe dovuto aggiungere qualcosa in più del Valhalla Rising di Nicholas Winding Refn (visivamente molto simile), film estremamente crudo ma intriso di una spiritualità decisamente più evocativa. Invece, si posiziona tra le esigenze del blockbuster (il finale è da Walt Disney, così come la tremenda musica dei titoli di coda) e le ambizioni di un’opera superiore, senza però avere successo né nell’uno né nell’altra.

Noah Si salverà? No, Sommerso. VOTO: 5,5/10

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