L’Uomo D’Acciaio – Rinascita di un Mito

L’Uomo D’Acciaio – Rinascita di un Mito

Continua l’opera di trasposizione cinematografica di uno dei colossi del fumetto mondiale, la DC, e stavolta siamo al re-boot di uno dei pezzi da novanta, ovvero Superman, il supereroe originale (datato 1931!), e per questa occasione, prestano la loro opera due specialisti del cinefumetto: Zack Snyder (300, Watchmen) alla regia e Christopher Nolan (la trilogia del nuovo Batman) come produttore.

Il risultato è la rinascita dell’Uomo d’Acciaio, dopo il mezzo passo falso di Bryan Singer di qualche anno fa, ed è una trama ispirata ai primi due film della quadrilogia originale con Christopher Reeve… Con la distruzione di Krypton, la scoperta della propria identitá di Clark Kent/Kal-El, e l’arrivo sulla Terra del rinnegato Zod.  

Le tematiche classiche dell’Uomo d’Acciaio ci sono tutte, a partire da quelle che hanno a che fare con la duplice identitá di un semi-dio in mezzo ai mortali, e il voler far parte di un’umanitá che lo teme semplicemente perchè diverso. Molto più marcato rispetto agli altri episodi risulta invece la caratterizzazione della cultura di Krypton, una tecno-oligarchia molto più guerrafondaia e dalle sfumature fantasy che in precedenza; e l’aspetto messianico del personaggio principale, inviato dal proprio padre per salvarlo e guidare la Terra verso la salvezza, che vive fino al compimento dei 33 anni nascosto nell’anonimato. Molto fedele anche alla rilettura moderna la simbologia della grande S sul petto, che in realtá nasconde sia il simbolo della casata di El che due pesci stilizzati (e riecco dunque il riferimento messianico, laddove la prima chiesa cristiana veniva identificata da un pesce).

Superman non rappresenta un capolavoro come lo era stata la Trilogia del Cavaliere Oscuro, ma si tratta di un bel lavoro di adattamento mediatico di un personaggio molto difficile perchè di difficile identificazione emotiva da parte dello spettatore/lettore ed estetico (e credibilissimo il costume, decisamente più difficile da rendere “reale” rispetto a quello di Batman) e con una differenziazione non meramente “adattata” come di fatto era risultato Superman Returns. Molto buona l’interpretazione di Henry Cavill, scelta molto azzeccata per interpretare il protagonista (a differenza del dimenticabile Brandon Routh dell’ultima versione), ed in generale di tutto il cast (in particolare Michael Shannon – cattivo non bidimensionale- e Kevin Costner –  molto minimalista e convincente). Sottotrama interessante e significativa è la rappresentazione della figura del padre/i, sempre in bilico tra il realizzare il potenziale del figlio a costo di allontanarlo da sè (nella figura di Jor-El, interpretato da Russell Crowe) e il proteggerlo dal male, ma anche dalla vita in sè (Jonathan Kent, il padre terrestre, ovvero Kevin Costner), che però alla fine ti trascina via (letteralmente). Da sottolineare infine  le musiche di Hans Zimmer, in dotazione dalla produzione di Christopher Nolan, che dopo Batman, coglie un altro centro e enfatizzano l’epicitá della saga dell’Uomo d’Acciaio, così come c’era riuscito il mitico ma ormai datato John Williams. Cinefumetto non perfetto, ma promosso. VOTO:7,5/10

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