Lincoln – Ritratto di una Nazione (e dei Politici che merita)

Lincoln – Ritratto di una Nazione (e dei Politici che merita)

Se mai ci fosse stato un “prodotto”  ingegnerizzato per vincere un oscar, di certo questo è Lincoln… La storia del più popolare presidente degli Stati Uniti di tutti i tempi, diretta dal più popolare regista di tutti i tempi, ed interpretata da quello che probabilmente è il miglior attore vivente…
Premesse assolutamente trionfali per l’ultima opera di Steven Spielberg: monumentale il racconto degli ultimi giorni della Guerra Civile Americana, con gli scontri politici anche internamente alla fazione nordista relativi alla questione della liberazione degli schiavi neri, peraltro narrati in modo estremamente accurato, come forse mai si era visto sullo schermo… Non tanto negli scontri dialettici tra i protagonisti, ma anche e soprattutto nel sottobosco delle trattative più o meno lecite di acquisire il voto di questo e quell’altro deputato (di straordinaria attualitá), il concetto di politica anche come male necessario per raggiungere fini migliori, ma anche come capacitá di riforma pragmatica rispetto a rivoluzioni solo immaginarie. Notevolissima (e quasi sicuramente da oscar) la prestazione di Daniel Day Lewis nei panni del presidente Abraham Lincoln, soprattuto nel grande calore con cui fa dialogare il personaggio in alcuni bellissimi momenti di confronto intimo,  siano questi sul campo di battaglia con alcuni soldati, oppure discorrendo quasi amichevolmente coi due addetti al telegrafo, con la leggendaria capacitá aneddotica che caratterizza la figura del Grande Emancipatore, rappresentata in maniera vivida e credibile. Lo stesso si può dire dei tormenti dello stesso nei momenti familiari, lo strazio della perdita di un figlio e la paura di perderne un altro.  Da sottolineare anche la magistrale performance di Tommy Lee Jones, nei panni del deputato Stevens, formidabile manovratore di voti, straordinario alleato del Presidente, ma allo stesso tempo consapevole di non averne la purezza e capacitá ispirativa, ed in qualche modo dunque rivale. 
Come dicevamo all’inizio, Lincoln è un film costruito per vincere il pubblico,  e con tutta probabilitá ci riuscirá… Nonostante Spielberg confermi una capacitá visiva e tecnica inconfondibile e che di fatto è uno standard hollywoodiano, non sempre la narrazione raggiunge un pathos così intenso come ci si potrebbe aspettare. E le scene memorabili, alla fine della proiezione, rimangono sostanzialmente poche, curiosamente se si pensa a quali e quante occasioni presentava una storia del genere. Quasi come se un eccesso di precisione abbia in qualche modo danneggiato la capacitá evocativa… Un esempio per tutti: il film arriva a raccontare il tragico epilogo dell’assassinio del Presidente, ma forse avrebbe maggiormente beneficiato se si fosse concluso nella bella scena in cui Lincoln si avvia ad uscire dalla Casa Bianca, verso il fatidico appuntamento in Teatro subito dopo l’approvazione dell’emendamento di abolizione della schiavitù… Come diceva Indro Montanelli, a volte il di più sta nel togliere. Tanta prosa, poca poesia. VOTO:7,5/10

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