La Cosa – Buona, vecchia fantascienza…

La Cosa – Buona, vecchia fantascienza…

È ormai la moda del momento quella di realizzare non dei remake di capolavori del passato, ma dei re-boot (ovvero la riscrittura parziale del film originale) o dei prequel, ovvero degli antefatti che spiegano o anticipano il film a cui si ispirano.

La Cosa appartiene al secondo filone, ispirato al capolavoro del 1982 di John Carpenter, a sua volta un re-make di un film del 1951… e basato su uno dei più influenti racconti di fantascienza di tutti i tempi, ovvero Who Goes there di John W. Campbell jr. nell’ormai lontanissimo 1932. Il Film di Carpenter fu abbastanza un fiasco al botteghino (stesso anno di ET –l’alieno buono- e Blade Runner – uno dei  film di sci-fi più cult di tutti i tempi), rivelandosi però un successo per gli amatori del genere , anzi ad oggi molto rivalutato nel suo neo-classicismo..

La trama racconta di una spedizione al Polo Sud che recupera un alieno apparentemente morto dentro un blocco di ghiaccio…. Apparentemente perché ovviamente non lo è, come da miglior tradizione dei film di fantascienza/horror… Il mostruoso alieno, un mutaforma che si riproduce clonando gli esseri viventi…

Il film recupera in modo quasi esegetico i concetti del primo film, sia per atmosfere che per quei tocchi che effettivamente catturano il mood del film di Carpenter, come le ambientazioni claustrofobiche, i riferimenti al nemico “interno” ad ognuno di noi, e a tutti una serie di tocchi che richiamano l’opera di riferimento, come la scelta dei caratteri dei titoli, la musica, e le scene finali del film che di fatto chiudono il cerchio.

Rispetto al film del 1982, il regista Matthijs van Heijningen Jr. (al suo primo lungometraggio), sceglie di spiegare e mostrare rispetto al suggerire ed evocare. Giustamente, adesso gli effetti speciali permettono di realizzare quanto 30  anni fa rischiava di essere ridicolo, anche se ovviamente parte del terrore che incuteva quella versione (così come Alien, che alla storia originale di Campbelli in qualche modo si ispira), risiedeva proprio nel vedo-non vedo. Qui invece, l’intenzione è di mostrare tutto quasi a livello scientifico, incluso le trasformazioni/mutazioni, comunque ben fatte, e le spiegazioni di come agisca l’essere.

Detto per le musiche e le ambientazioni, che ovviamente si rifanno in modo molto rispettoso alla versione originale, le recitazioni sono ugualmente assimilabili a quelle dei film di Carpenter (normalmente molto nei canoni della normalità), ed infatti i protagonisti Mary Elizabeth Winstead – eroina protagonista come la Sigourney Weaver di Alien-  e Joel Edgerton fanno il loro compitino senza infamia e senza lode.

In definitiva, il mood generale è quello di un ottimo b-movie un po’ thriller ed un po’ splatter, divertente e teso, probabilmente raggiungendo gli obiettivi che si era prefissato. Non passerà alla storia come un capolavoro, ma di certo neanche deluderà gli amanti del genere. Non rimane che aspettare tra un paio di  mesi il prossimo prequel che, sorpresa sorpresa, rinverdirà i fasti dell’altro grande alieno brutto e cattivo ovvero Alien… VOTO:7/10

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