Jurassic World: Il Regno Distrutto – Fuga dall’Isola dei Mostri (capitolo 5)
25 anni fa il primo Jurassic Park, che fece camminare i dinosauri in mezzo a noi (simbolicamente). Ma davvero fu uno spettacolo al tempo, uno dei casi in cui gli effetti speciali lasciarono a bocca aperta gli spettatori: e chi altro poteva essere stato a dirigere se non Steven Spielberg, il regista della Meraviglia per eccellenza?
Oggi siamo al quinto episodio, Spielberg produce, Colin Trevorrow dirige, come 3 anni fa quando fu lanciato il nuovo episodio dopo la trilogia originale: cosa c’è di nuovo? Anche stavolta un drappello di scienziati e avventurieri dovrà tornare su un’isola infestata dai grandi rettili, ma ora il pericolo è invertito: il vulcano sta per distruggere tutto e i nostri eroi, guidati da Grady (Chris Pratt) e Dearing (Bryce Dallas Howard), dovranno, novelli Noè, salvarne quanti più possibile… ma ahimè’, la cupidigia umana è in agguato è stavolta sarà difficile decidere chi è il vero predatore.
La premessa era interessante, il che già abbastanza era sorprendente, visto che ormai di rettili in CGI se ne vedono a bizzeffe, tanto da averci fatto dubitare che ne valesse la pena. Tutto sommato il precedente episodio, decisamente più cupo della trilogia originale non era stato completamente da buttare via, anzi, aveva pure segnato qualche punto; e quindi non eravamo privi di speranze che non fosse un mero popcorn movie.
Peraltro: belle e intriganti le sfumature “impegnate” (per così dire) delle questioni etiche della genetica, che ne hanno tutto sommato sempre caratterizzato lo sfondo (sin dal libro di Michael Chrichton), stavolta spostate sul lato umano (non anticipiamo altro, per paura di spoilerare): fino a che punto possiamo giocare a interpretare Dio, senza che la Natura si ribelli? E, infatti, torna il Dottor Malcolm (l’eterno Jeff Goldblum, l’unico già presente 25 anni fa) ad ammonirci che il tempo è ormai poco e lo stiamo pure accorciando con decisioni disastrose, e la prossima Grande Estinzione rischia di essere quella del Genere Umano.
Che altro dire? Niente. Temiamo che ormai sia tempo di Estinzione (per mantenere il tono) per la grande saga di Michael Crichton. Non c’è più nessuna Meraviglia. Ricorda un’altra creatura di Spielberg, lo Squalo ,che nel 1975 ci aveva spaventato come pochi altri film, e che aveva dato vita ad una infinita sequenza di seguiti, ognuno un po’ più brutto del precedente. Proprio come quella saga era ricorsa al 3D per mantenersi in vita, così ha fatto Jurassic Park/World, ma almeno in quel caso si erano limitati al primo, qui temiamo che si arriverà al terzo e ormai non c’è più niente da aggiugere. Sì, è bella l’umanizzazione dei Dinosauri, creature che amano e soffrono come noi, ma quella di Jurassic World è una vena ormai esaurita. Inutili le continue citazioni al primo film.
Ci rimarrà una sola scena in mente, quella del grande Brachiosauro (che era stato il primo dinosauro che era apparso nel film del 1993 – incidentale?) che viene inghiottito dal fumo e dalla lava sul molo dell’isola, mentre l’”Arca” degli Uomini se lo lascia indietro: e il grande colosso si lascia sfuggire un ultimo ruggito, forse un segnale di aiuto o forse solo un saluto:” è stato bello, ma ora devo proprio tornare dove mi avete preso”.
Estinto. VOTO: 5/10