
I Fratelli Sisters – Western à la Française
Il primo Film Western in inglese diretto da un regista francese, il Jacques Audiard de Il Profeta. Incredibile ma vero, un genere di quasi 100 anni di vita, ed apparentemente, i nostri cugini d’oltralpe non hanno subito il fascino dell’Ultima Frontera (prima che Star Trek monopolizzasse il termine negli anni ’60, naturalmente).
Gioco di parole semplice nel titolo, il film, ambientato nel 1850, racconta la storia di due fratelli cacciatori di taglie, Charlie, violento, sanguinario e contento di esserlo, ed Eli, il maggiore dei 2, che a dir la verità, si sarebbe pure stancato di quella vita e vorrebbe aprire un emporio. Viene assegnato loro l’incarico di trovare un chimico in fuga, che sembra abbia trovato un metodo miracoloso per scovare l’oro nei fiumi della California, aiutato da un ex loro “collega”.
Da un punto di vista visivo, il film di Audiard è davvero molto piacevole, girato tra Spagna, Francia e Romania (neanche una scena negli USA), per alcuni versi ci ricorda il Sam Packinpah de Il Mucchio Selvaggio e Pat Garrett e Billy The Kid, con la natura protagonista quasi quanto gli attori; anche Joaquin Phoenix e John C.Reilly sono due credibilissimi anti-eroi, soprattutto il secondo, malinconico, solo e stanco; con loro Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed, le loro prede che diventano loro partner.
Detto questo, I Fratelli Sisters ha due elementi che, indipendentemente da fotografia e interpretazioni, finiscono con affossare il tutto. Innanzitutto la sceneggiatura: va bene che Hollywood è fin troppo liturgico come stile, ma qui la storia sembra cambiare continuamente direzione, e ad essere sinceri, a volte fuori controllo. Ci sono molte scene che nell’economia del racconto non incidono quasi niente, e tante tracce (il sogno di una democrazia migliore, la Frontiera del West che sta scomparendo a vantaggio del “progresso”) che rimangono così in superficie da non capire a che siano servite. E seconda cosa: la crudezza di alcune scene che non ci sembrano così essenziali (Eli che ingoia un ragno, la morte di uno dei cavalli, la perdita di un arto, e svariate morti cruente), anzi appesantiscono il tutto con alcune atmosfere “cupe” che non giovano affatto alla narrativa. Da questo punto di vista, I Fratelli Sisters ricorda, con risultati sicuramente inferiori, Hostiles dello scorso anno, dove però il tono funereo era perfettamente allineato all’intento del film, cosa che qui, invece, sfugge ad Audiard. Meglio quando ci sono alcuni spunti come Eli che si appassiona a spazzolino e dentifricio o che chiede alla prostituta di immaginare di essere la sua fidanzata, ovvero quando il film alleggerisce le tonalità.
Così come è, I Fratelli Sisters rimane un esercizio narrativo un po’ sterile, di sicuro non così piacevole, e forse un po’ pretenzioso. Potremmo dire che lo stile francese non si addice al West. Almeno su questo, siamo stati più bravi noi. VOTO: 6/10