
Inferno – Lasciate Ogni Speranza (per Davvero)
Il terzo film della saga di Robert Langdon sul grande schermo, sarebbe dovuto essere il quarto come nella serie letteraria di Dan Brown, ma per motivi di proprietà intellettuale, si è arrivati a questa scelta. Era peraltro in dubbio il regista, Ron Howard, poi alla fine confermato in quello che al momento è una trilogia.
Poco male, visto che in realtà il capostipite della trilogia, il successo letterario di proporzioni planetarie Il Codice Da Vinci in realtà era il seguito di Angeli e Demoni, ovvero il sequel…
Ora che siete abbastanza confusi (tralasciando che il nuovo episodio sulla carta stampata è previsto nel 2017), possiamo parlare di Inferno, che esce a ben 10 e 7 anni dai predecessori… tanto che molti si sono effettivamente domandati il senso di un’operazione come questa, che non sia meramente commerciale. Discreto il primo episodio, grottesco il secondo (con risultati di critica e botteghino che aveva affossato ulteriori progetti)… e questo terzo?
Sempre Ron Howard in cabina di regia, dicevamo, e sempre Tom Hanks nei panni del protagonista, che si risveglierà senza memoria in un letto d’ospedale a Firenze, solo per sfuggire ad un tentativo di omicidio grazie alla Dottoressa Brooks, insieme alla quale scoprirà che mancano due giorni al lancio su scala mondiale di un virus che minaccia di decimare la popolazione mondiale per volere dell’estremista futurologo Bertrand Zobrist… fortunatamente per Langdon e noi, Zobrist (prima di suicidarsi) ha lasciato una serie di indizi ed enigmi per trovare il pericoloso ordigno biologico…
Inferno, invece di fare fuoco e fiamme come lascerebbe presagire, purtroppo fa acqua da tutte le parti a livello di trama e a poco valgono le splendide fotografie del film che ben capitalizzano sulle meraviglie di Firenze, Venezia ed Istanbul.
L’inizio, con Langdon che recupera la memoria piano piano in mezzo alle allucinazioni dantesche, è tutto sommato buono (seppure non così originale), ma tra indizi ed enigmi semplicistici (almeno per chi è cresciuto in Italia, e magari si è pure studiato Dante a scuola; evidentemente il target è un pubblico USA) e in alcuni casi inutili, sfondoni storico-architetturali, e fin troppe corse e inseguimenti, il film dopo circa un’ora è pressochè defunto da un punto di vista dell’interesse, lasciando l’oretta rimanente piena di sbadigli.
Veramente svogliate le interpretazioni dei protagonisti (Tom Hanks/Langdon e Felicity Jones/Sienna su tutti), ma anche gli altri si aggirano per il film inseguendosi a turno senza sapere veramente a che scopo, tanto che uno o due personaggi, come quello di Buchard/Omar Sy, sono assolutamente superflui, e gli altri vengono buttati li, mezzi abbozzati , come quelli di Ben Foster, di Irrfhan Khan, e della Knudsen, con svariati dialoghi scritti cosi male da far rimpiangere qualche serie TV nostrana.
Finale brutto e scontato come pochi. Oltre il danno, la beffa: non è lo stesso del libro, cambiato per motivi che francamente ci sfuggono, ma tanto qui poco o niente si salva, se non la confezione audio-visiva certamente da alto budget. Non che Brown sia chissà quale genio letterario, ma il personaggio di Langdon, un Indiana Jones meno fisico e più enigmista, potenziale ne aveva e ne ha. La cosa più divertente è che il payoff italiano del film è fin troppo autoesplicativo nei confronti del cinespetattore che si appresta ad entrare in sala: Lasciate Ogni Speranza, Voi Ch’Entrate. Sic. VOTO: 5/10