
Il Pianeta delle Scimme: The War – Tribù contro Tribù
Si chiude (forse…) la trilogia di Cesare, la scimmia con un nome da generale che liberò il suo popolo. Dirige ancora Matt Reeves, che aveva impressionato tutti con il secondo episodio della serie (datato 2014, e dopo il primo episodio del 2011).
Stavolta è guerra, come nella tradizione dei pay-off di infiniti sequel hollywoodiani: non solo il virus che aveva sterminato gran parte degli umani ha continuato la sua opera, ma si è addirittura mutato, causando un’apparente involuzione in molti dei sopravvissuti; e questo mentre la tribù di Cesare combatte ormai apertamente contro un’umanità decimata sì, ma divisa in fazioni a loro volta, e determinata a non cedere il trono di specie suprema sul pianeta.
Quando entra in scena il Colonnello, apocalittica e nichilista figura militare a capo di una feroce brigata chiamata Alfa Omega, e che riuscirà nell’intento di uccidere alcuni dei cari di Cesare, il nostro si imbarca in una missione apparentemente suicida: con un piccolo drappello di volontari (che includono il saggio Maurice, il leale Rocket e il colossale Luca), si mette alla ricerca del Colonnello per vendicarsi, ma soprattutto per dare tempo alla sua tribù di trovare rifugio.
Molta attesa per questo episodio di una franchise che tra originali e reboot sta per compiere 50 anni e che rischiava di chiudere malamente una gloriosa serie; ma, al contrario, questo invece è un film che è degna conclusione (anche se, ed ecco il forse iniziale, si sta pensando ad un quarto episodio che – senza anticipare niente – dovrà per forza apportare drastici cambiamenti) e aggiungiamo di più, una delle cose migliori viste sul grande schermo quest’anno.
La cosa più straordinaria è come queste scimmie siano realistiche rappresentazioni di una tragedia più che umana e che non “scimmiottano” (scusate la battuta facile) gli esseri umani, ma hanno comportamenti credibilissimi e che manifestano emozioni universali, al di là della specie di appartenenza; e magnifiche sia la fotografia, con un mix di natura e rovine post-industriali umane; e le musiche magniloquenti di Michael Giacchino, che ne sottolineano l’epica quasi shakespeariana, piena di sorprese, tradimenti, alleanze inaspettate.
Stavolta la parte del leone, la fa lo scontro/incontro dei due capi, un Cesare (Andy Serkis ci lascia sempre senza parole) invecchiato e più stanco, ma mai domo e che sempre sceglie la strada più nobile, anche pagandola a caro prezzo, ma con l’effetto di ispirare il meglio da una nazione; e il Colonnello, interpretato ottimamente da Woody Harrelson, con chiari riferimenti al fanatico Colonnello Kurtz di Apocalypse Now (sia fisici che sulla sua filosofia, ma anche con alcuni indizi disseminati nel film, come la scritta Ape-pocalypse Now). Non ci vorrà molto a capire chi è il più umano dei due, e perché una delle due razze è destinata ad essere seppellita dalla natura (non solo metaforicamente). I fan sfegatati della serie riconosceranno anche numerosi riferimenti alla serie originale, come i nomi di alcuni personaggi e le ambientazioni (e il nome stesso Alfa Omega della brigata ribelle) che ricordano soprattutto L’Altra Faccia del Pianeta delle Scimmie (1970), ma senza cedere al citazionismo fine a se stesso.
Forse ci era piaciuto di più il secondo episodio, più cupo e meno consolatorio, ma anche questo è davvero notevole. Più che Umano. VOTO: 8/10