Hostiles (Ostili) – L’Ultima Frontiera Tra Buoni e Cattivi

Genere iperclassico quello del western, una volta il principale prodotto (spesso manicheo e di puro intrattenimento, alla Ombre Rosse per intenderci) di Hollywood, poi relegato a genere di nicchia, mai veramente risorto, ma sempre re-inventatosi grazie anche a tanti autori che, specie dal Butch Cassidy con Paul Newman e Robert Redford (1969), ha spesso avuto una valenza di metafora crepuscolare degli Stati Uniti. Una specie di caleidoscopio per analizzare la società a stelle e strisce, dove eravamo e dove stiamo andando.

Non a caso, Hostiles, ultima fatica del regista Scott Cooper, è cronologicamente posizionato veramente agli sgoccioli dell’epopea del Far West. Siamo nel 1892 e ormai di frontiera è rimasto poco: al capitano Blocker, vecchio soldato che ha combattuto Sudisti e Pellerossa per più di 30 anni, viene affidata un’ultima missione, prima della pensione, scortare il suo vecchio rivale, il Grande Capo Cheyenne Falco Giallo e la sua famiglia, dal Nuovo Messico alla riserva indiana del Montana, dove presumibilmente passerà i suoi ultimi giorni. Con lui, una scorta di soldati e Rosalie, che troveranno sulla strada, una donna a cui i banditi ribelli Apache hanno massacrato la famiglia e che infestano i sentieri.

Dicevamo una metafora crepuscolare, e così lo è anche questo film; anzi per tanti versi ancora di più rispetto ad un Butch Cassidy, che era una commedia dolceamara che romanzava quel passato di guardie e ladri, e anche altri capisaldi degli ultimi 30 anni, Pat Garrett e Billy The Kid di Peckinpah, Gli Spietati di Eastwood o Balla Coi Lupi di Costner, tutti ammantati di nostalgia e rivisitazione. Decisamente più cupa e violenta è la scelta di Cooper, tanto che il viaggio del Grande Capo e del Capitano a Stelle e Strisce (prima rivali, poi alleati, infine amici) ricordano più che una diligenza, una lunga processione funebre, costellata di funerali e perdite, spirituali e fisiche allo stesso modo. Ci richiama un gioiellino del 2005, Le 3 Sepolture dell’attore/regista Tommy Lee Jones (che vi consigliamo di recuperare) e, per molti versi, e inaspettatamente Il Nuovo Mondo Di Malick, con molte scene introspettive e dilatate e, che peraltro vede recitare ben 3 dei protagonisti di Hostiles, incluso il protagonista Christian Bale. Inutile dire che l’attore gallese sfodera  un’altra grande prestazione, e bravissima è Rosamund Pike, e regalmente dignitoso Wes Studi. Panorami splendidi e musiche appropriate.

Sebbene non particolarmente originale, alla fine (effettivamente sembra un collage di tante -buone- pellicole, vedi quelle citate sopra), Hostiles ha però il gran merito di racchiudere nel titolo forse la tesi del regista: e se è vero che il Western ha una valenza metaforica di cosa siano gli Stati Uniti in questo momento, diremmo che Cooper in qualche modo ha voluto disegnare l’attuale contrapposizione sociale di quel mondo, non più fatto di colori della pelle e diverse tradizioni, ma di valori aperti al futuro e quelli irrimediabilmente reazionari. Con un po’ più di coraggio, Hostiles poteva essere uno dei film dell’anno, ma anche così ha molto da offrire e da far riflettere. Violento e contemplativo allo stesso tempo. VOTO: 7/10

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