Gold La Grande Truffa – Non è Tutto Oro Quello che Luccica

Gold La Grande Truffa – Non è Tutto Oro Quello che Luccica

Ritorno alla regia per Tony Gaghan dopo ben 12 anni da Syriana (unico oscar per attore protagonista nella carriera di George Clooney per ora), stavolta con un film, come amano sentirsi dire gli americani, ispirato ad una storia vera, anche se in questo caso con nomi cambiati (ma situazione e caso piuttosto fedeli – se vi interessa cercate su google Bre-Ex).

Siamo negli anni ’80 e Kenny Wells, prospettore di quarta generazione di un’azienda mineraria, e dopo vent’anni di insuccessi, di bocconi amari e porte sbattute in faccia, si reca in Indonesia inseguendo il sogno dell’oro e, grazie all’aiuto del geologo Michael Acosta, ci riesce… Trova la vena d’oro del decennio e, insieme, al suo socio, diviene improvvisamente l’uomo dell’anno, corteggiato da aziende finanziarie che fino al giorno prima lo ignoravano… lieto fine da Sogno Americano in vista? Occhio al sottotitolo del film…

Un Matthew McConaughey che, da Killer Joe di William Friedkin in poi (e stiamo parlando di appena 6 anni fa) si è completamente trasformato come attore, da bellimbusto perennemente a torso nudo o quasi, ad interprete di parti pericolosissime (non per ultima quella del malato terminale di AIDS in Dallas Buyers Club, Oscar 2014), ed anche questa, imbruttito e ambiguo come pochi, si prende i suoi rischi. Il film di per sé è un mix di The Wolf of Wall Street, American Hustle, La Grande Scommessa (non a caso il sottotitolo che in USA non esiste) e anche il recente The Founder, con l’epica del selfmade man dalle connotazioni etiche ambigue; come molti dei film citati, anche questo ambientato negli anni ’80 che evidentemente va alla grande come caratterizzazione in questo periodo. Musiche, look, ambientazioni… tutto ben curato, molto calzante. Interpreti in forma, al già citato McConaughey, in versione calva e sudaticcia ed ingrassata di 20 kg, un Edgar Ramirez più sottile dell’apparente, ed una Bryce Dallas Howard molto credibile, dalle forme piene e molto “americane”.

Dove Purtroppo Gold non eccelle è l’eccessivo senso di derivativo. Sembra già tutto visto molte volte, e seppur di qualità ottima da un punto di vista fattivo, sono pochi i punti che rimarranno impressi nella memoria, come Mc Conaughey che, nudo, di spalle, sigaro in bocca afferma con soddisfazione assaporando il successo della rivalsa davanti al suo rivale: “allora è cosi che succede?”. Interessante la commistione business/politica, ma, come tutto il resto, cosa non è già stato visto al riguardo?

Non è Tutto Oro Quello Che Luccica. VOTO: 6,5/10

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