Fantastic 4 – Preparatevi al Fantastico (oppure no)

Anche i mitici Fantastici Quattro (pubblicati in Italia la prima volta nel 1970), non sfuggono alle regole del marketing globalizzato, e così dopo Spiderman (ex- Uomo Ragno), The Avengers (ex Vendicatori) e persino Capitan/Captain America (capirai lo sforzo), anche la primissima creazione di Stan Lee e Jack Kirby diventano Fantastic Four (anzi Fant4stic) per il pubblico italiano.

Personaggi particolari (non hanno identità segrete e neanche costumi veri e propri a dire la verità) e piuttosto conservatori (sono in pratica la trasposizione supereroistica della famiglia tradizionale USA)  del panorama Marvel, i nostri eroi sono alla quarta incarnazione sul grande schermo, dopo una versione abortita, clandestina e semi-mitologica degli anni 90 (firmata niente poco di meno che da Roger Corman), e due versioni molto indirizzate al pubblico teen dei primi anni 2000 (non particolarmente riuscite, ma che perlomeno hanno il merito di aver fatto apparire l’iconico Silver Surfer al cinema).

A dire la verità, già dalle prime visioni semi-private da critici e specialisti di cinema, questa opera di Josh Trank (unico altra suo credit, il quasi supereroistico Chronicle), è stato uno dei film più stroncati a memoria d’uomo del genere e non solo (credo il solo Ghost Rider 2 abbia fatto peggio), e quindi appena sbarcato da noi, non godeva certo di un buon viatico.

Ma è davvero così brutto?

Cominciamo dall’inizio: Reed Richards, geniale inventore teen ager, scopre accidentalmente un teletrasportatore in un’altra dimensione: col supporto dell’amico fraterno Ben Grimm, il sanguigno Johnny Storm, la sorella di lui Sue, e l’amico/rivale/genio pure lui Victor Von Doom, riesce a piantare per la prima volta la bandiera a stelle strisce nel mondo alieno. Ma, ca va sans dire, un incidente di percorso li trasformerà tutti pesantemente, benedicendoli (e in un paio di casi, maledicendoli) con superpoteri straordinari. Inutile dire che il Destino (gioco di parole puramente voluto, se siete esperti di fumetti oppure avete visto il film) li metterà l’uno contro l’altro, in gioco la distruzione del nostro mondo.

Con X-Men, Fantastic Four è rimasto l’ultimo gioiello di casa Marvel a non essere prodotto sul grande schermo da Marvel Studios, bensì Fox… questa peculiarità ha creato la necessità/opportunità di non attenersi agli standard Marvel di grandi film d’azione colorati, pop e pieni di battute, infatti il regista sceglie di rendere i Fantastici quanto più reali possibile: dunque, colori cupi, (idem per quanto riguarda eventuali battute che sono pochissime) e niente uniformi, ma più che altro tute funzionali al contenimento dei poteri, e anche il nome del team vedremo arriverà praticamente in chiusura. La scelta è stata anche quella (rischiosissima) di cambiare molti elementi del fumetto originale, come dicevamo ipertradizionale per sua natura: innanzitutto l’eta dei protagonisti, ora teen; poi il viaggio interdimensionale, non più interstellare.

E se qualche scelta è invece molto azzeccata, come il modo con cui La Cosa (BenGrimm, imponente e tragico) e Dottor Destino (finalmente spaventoso, e con poteri reali, e anche le nuove origini non dispiacciono) siano stati rappresentati molto meglio che in passato, nonché il fatto che (con un escamotage temporale) i nostri non siano subito in grado di usare i loro poteri, altre sicuramente lo sono meno: tanti i salti logici, poca l’introspezione psicologica, discutibile la scelta di avere un Johnny Storm di colore per evidenti motivi politically correct (ma allora non era meglio anche Sue Storm nera, invece della trovata dell’adozione? oppure un Reed Richards nero,  anche se poi Miles Teller, Mr Fantastic, è la migliore interpretazione del film).

C’è un altro problema. E’ evidente che questo Fantastic Four è tarato in funzione di essere il primo di una serie: in più della metà (!) ancora non ci sono superpoteri, c’è un anno di buco tra la manifestazione dei poteri ed il primo scontro (che rimane l’unico del film!) vero e proprio, il cattivo è inspiegabilmente cattivo. A sostegno di questa tesi, Fantastic Four dura meno di 1h40’, in controtendenza con tutti gli altri cinefumetti. Il problema è che il taglio scelto sembra più adatto ad una delle attuali serie TV in circolazione, come Daredevil o Arrow, dove comunque si può contare su almeno una dozzina di episodi per rendere meno rarefatto l’equilibrio origini/storia complessiva. Abbiamo paura che al secondo episodio, vista l’accoglienza di questo (critica e botteghino), non ci arriveremo mai. Peccato, perché, per quanto non proprio riuscito, questo reboot di Fantastic Four ha il pregio di aver voluto fare qualcosa di diverso, senza scadere nel teen drama tipo Amazing Spiderman o la pacchianata tipo Ghost Rider. Guai ai Vinti. VOTO: 6/10

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