Drive – La Natura dello Scorpione

Drive – La Natura dello Scorpione

“Drive” è una parola complessa in inglese… al di là dell’ovvia traduzione relativa al guidare, significa anche motivazione, impulso, volontà, ed anche conficcare (particolare quest’ultimo da non sottovalutare). In buona sintesi, il film di Winding Refn è tutto in questa ambiguità, dalla trama sembrerebbe essere un film stile Fast & Furious, con inseguimenti in auto, rapine, trappole, vendetta, ma in realtà racconta la storia di un uomo che si identifica totalmente in quello che fa, nel qui e nell’ora. Sappiamo pochissimo del protagonista, interpretato da un Ryan Gosling quasi ipnotico, che appunto non ha neanche un nome, ma solo l’appellativo con cui si riferiscono a lui i clienti… Driver appunto. Non si sa da dove viene, e realmente non sappiamo che vita conducesse, ma quello che fa lo fa a livello maniacale, e con freddezza e precisione letali. E’ evidente che ha avuto un passato violento, ed ha appreso tecniche letali e tattiche quasi prodigiose, nascondendole sotto la semplicità e la purezza di un meccanico/pilota/stuntman, sebbene conduca (“drive”) una doppia vita, evidenti vestigia di quello che era. Dotato di un codice d’onore, non sappiamo le motivazioni che lo guidano (ancora il “drive”), non sappiamo cosa animi le sue decisioni, ma ne osserviamo la totale perfezione ed essenzialità dei suoi gesti, anche violenti, ma mai eccessivi rispetto al suo obiettivo. Per tanti versi, Drive incrocia Man On Fire con A History of Violence, imbevuto da Winding Refn di questa luce dorata che pervade tutta la fotografia del film… per gli amanti dei fumetti, il personaggio ricorda il miglior Punisher (sfortunatamente mai rappresentato così bene sul grande schermo). Emblematico il giubbotto del protagonista, quasi il suo costume da supereroe, con uno scorpione sulla schiena, dai molti significati: astrologico (tradizionalmente lo scorpione è il segno più misterioso dello zodiaco); tecnologico (è il simbolo della Abarth, l’azienda che modifica le auto comuni rendendole dei bolidi – non casualmente, la persona che cerca di aiutare si chiama Standard!); narrativo (la storia dello scorpione e della rana, che lo stesso Driver racconta quasi alla fine). Winding Refn ci racconta con una regia molto curata ed a tratti brillante il tentativo di redenzione di una persona che ormai ha tagliato fuori dalla sua vita tutto (il suo appartamento è peraltro quasi vuoto, con solo un tavolo dove modifica parti meccaniche) ed intravede una normalità/redenzione nella famiglia della porta accanto. Quella luce dorata che, consapevolmente o meno, gli sfugge. E’ la natura dello scorpione. E così termina il film, con Driver che sceglie di fare quello che fa al meglio e che ne rappresenta l’essenza. Ottimo Ryan Gosling (piccola curiosità: indovinate di che segno è?), adeguato il resto del cast. Una nota di merito per le musiche, che causano un piacevole contrasto con la crudezza delle immagini, ed associate ai titoli di testa e di coda rosa shocking danno un non so di chè di American Gigolo al film (altro film su un tentativo di redenzione). In definitiva, un film forse non perfetto, ma che tiene incollati allo schermo e che nasconde più di quello che è all’apparenza: l’essenza dell’essere umano. VOTO: 7,5/10

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