
Boston: Caccia All’Uomo – Corsa contro Il Terrorismo
Ben due saranno i film dedicati all’Attentato della Maratona di Boston del 2013, questo di Peter Berg è il primo ad uscire, regista che sembra si stia specializzando in tragedia insieme al protagonista Mark Wahlberg, visto che solo 6 mesi fa uscì Deep Water Horizon, film che trattava il disastro ecologico del Golfo del Messico del 2010 e che contava sul medesimo abbinamento regista-protagonista.
Di fatto, si tratta di un film basato su ben due libri sullo stesso argomento, unendo così le caratteristiche del thriller a quella più documentaristiche: la trama racconta di quell’attentato che costò la vita a tre persone, più quella di un poliziotto vittima dei due terroristi ceceni.
Il punto di vista scelto, è quello multiplo delle persone comune, incluso il protagonista Tommy Saunders, poliziotto che oltre a far parte del servizio di sicurezza, avrà le intuizioni giuste per aiutare l’impressionante macchina messa in moto dal FBI per catturare i colpevoli; il Sergente Pugliese, capo di polizia della tranquilla cittadina dove i due saranno effettivamente presi; il giovane imprenditore cinese Manny, che sarà preso in ostaggio seppure brevemente; il giovane poliziotto Collier che non uscirà mai con la giovane studentessa del MIT; e i vari spettatori della maratona, le loro vite normali, qualcuno di quelli rimarrà menomato fisicamente, tutti lo rimarranno dentro. Ed incluso il punto di vista dei due fratelli ceceni, ormai residenti negli USA, uno sposato con una statunitense, fondamentalisti follemente lucidi, che danno da mangiare alla bambina prima di uscire per dare la morte alle altre persone comuni.
Proprio la commistione di filmati reali alla fiction del thriller, rappresenta forse il punto di forza del film; così come la scelta di non dare un lato supereroistico alla storia: i poliziotti, pur con tanta abnegazione e impegno, sono poco atletici, disorganizzati, confusionari, più cuore che cervello. Una scena su tutte: il poliziotto lasciato a fare da sentinella al corpo del bambino di 8 anni ucciso sotto un telone per un giorno intero, perché se lo dimenticano sul posto, ma lui non batte ciglio, è il suo dovere. Così come l’interrogatorio della moglie del terrorista, mostruosa lei e mostruoso l’interrogatorio.
Non passerà alla storia come un capolavoro, questo Boston Caccia all’Uomo, ma è un ottimo film artigianale, con discrete interpretazioni (JK Simmons su tutti) e alcuni momenti di sincera commozione. Un po’ come quei poliziotti di Boston: quello che gli manca di ingegno, ce lo mette di cuore. O come dice Saunders: “hanno fatto incazzare la città sbagliata”. VOTO: 6,5/10