Black Mass (L’Ultimo Gangster) – Cieli di Piombo a Boston

Sembra proprio che dopo Chicago, New York, Los Angeles, sia il turno di Boston ad essere location d’elezione dei crime movies d’oltreoceano. E dire che la bella città del Massachussets fino a poco tempo fa era conosciuta per essere una delle culle della Rivoluzione Americana, la festa di San Patrizio, la città di Harvard e del MIT, e una delle capitali del basket con i mitici Celtics. Invece, da qualche anno, ispira film sul crimine, quasi sempre di buona o ottima fattura.

Black Mass, terzo film del regista Scott Cooper, a differenza dei predecessori più illustri (The Departed, Mystic River, Gone Baby Gone, The Town, Cogan), è basato su una storia vera, trattando della parabola di James “Whitey” Bulger (Johnny Depp), pericoloso ganster di origine (ovviamente) irlandese dal 1975 fino alla metà degli anni ’80 e della sua –incredibile, per quanto durò e come furono tollerati i suoi crimini più efferati- attività come informatore del FBI. Amico di agenti FBI (in primis  John Connolly, di origine irlandese come lui) e fratello di un senatore (evidentemente, la realtà supera la fantasia non solo in Italia), Bulger aiutò sì l’FBI a sgominare alcune gang di Boston, ma continuando le sue attività criminose per oltre 10 anni, incluso 19 omicidi.

Cast superlusso per Black Mass (curiosità: il riferimento alle Messe Nere non ha a che fare con riti satanici, ma connette la “sacrilega” alleanza tra FBi e crimine, con l’abbreviazione di Massachusetts): al di là di Johnny Depp,  sono presenti Benedict Cumberbatch, Kevin Bacon, Joel Edgerton, Peter Sarsgard, Dakota Johnson… evidentemente, i presupposti per un film che poteva essere epico c’erano già in fase di casting. Scott Cooper, già regista di Crazy Heart e Il Fuoco della Vendetta, dirige con precisione e professionalità una storia dal grande potenziale e che suscita grande curiosità già in fase di trailer, disegnando una Boston dalle atmosfere plumbee. Peraltro al suo primo weekend in Boston, Black Mass segna più di 2M di Dollari al botteghino (per rivedere i bei vecchi tempi immagino?).

Immagino si capisca l’antifona. Black Mass fallisce, e di parecchio, il livello dei film citati sopra, lontano anni luce da The Departed, ma prendendo punti persino da un’opera molto meno eccelsa come Cogan. Certo, si tratta di una storia vera, per dipiù con molti protagonisti ancora in vita, dunque era necessario rispettare una certa veridicità dei fatti (peraltro contestata), ma il problema fondamentale sta nello sviluppo e nella trama piatta e, solite scene di cervello appiccicati al vetro delle auto post-sparatoria incluse, senza davvero colpi di scena di memorabili (l’unica, forse, è l’omicidio da parte di Whitey della giovane prostituta sotto lo sguardo inflessibile del suo amante/patrigno. Scena che si concentra, mirabilmente, sullo sguardo di quest’ultimo) e, quel che è peggio, senza neanche dialoghi memorabili.

Johnny Depp (ancora gangster dopo Blow e Nemico Pubblico) gioca praticamente da solo, con una prestazione anche questa volta di ottimo livello: i suoi sguardi freddi e imprevedibili sono la parte migliore del film, ricordando un po’ il Joe Pesci di Quei Bravi Ragazzi che sembra decidere all’ultimo minuto se ridere ad una battuta o ammazzare chi l’ha pronunciata. Violento ed estremo, il suo Whitey regge bene un film senza sussulti, ma il resto del cast sembra non sapere cosa fare per risollevare una trama così piatta (se non fare il proprio lavoro). In particolare Joel Edgerton, attore piuttosto sopravvalutato, e Dakota Johnson (che conferma, purtroppo, il livello di Cinquanta Sfumature di Grigio).

Peccato, i presupposti per un altro ottimo crime movie bostoniano c’erano tutti, invece la noia e lo sbadiglio sono sempre dietro l’angolo, come un piovoso pomeriggio irlandese. VOTO: 5,5/10

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