
Biancaneve e Il Cacciatore – Una Favola Gotica
In un’epoca di re-boot e remake probabilmente non necessari, Biancaneve e il Cacciatore rappresenta un’interessante idea di sposare la modernità e le opportunità visive della tecnologia di oggi con la visione originale delle favole di Grimm, nate come cupe parabole moralistiche per bambini, ma anche per adulti.
In effetti, Il regista Rupert Sanders (al suo primo lungometraggio) dà un’impronta gotica e magico-realistica del classico Biancaneve e i Sette Nani, niente a che a vedere con il colorato immaginario made in Walt Disney, anche se i vari elementi della fiaba ci sono in buona sostanza tutti: la regina strega cattiva (una splendida Charlize Theron), la mela avvelenata, i sette nani (che hanno i connotati di attori del calibro di Toby Jones, Ian Mc Shane, Bob Hoskins…), lo Specchio Magico… resi vivi e moderni da effetti speciali quanto mai efficaci. La resa finale è una buona fusione con elementi fantasy che non possono non richiamare la saga de Il Signore Degli Anelli, e sicuramente questo è il target del film.
La trama segue ovviamente quella ultra-nota, anche se le principali differenze risiedono proprio nei due personaggi principali, ovvero Biancaneve (Kristen Stewart), che si trasforma da damigella in pericolo a Giovanna d’Arco prescelta per riportare la luce, e il Cacciatore, un Chris Hemsworth già interprete di Thor, portato al centro della ribalta come un vedovo ubriacone e disperato che piano piano troverà la sua strada ed aiuterà la protagonista a fare lo stesso… Peraltro, proprio per sottolineare la caratterizzazione adulta del racconto, la trama crea un triangolo sentimentale con i due più il Principe (non tanto Azzurro), dove l’amore Programmato si scontra con quello Predestinato.
Detto delle ottime ambientazioni fantasy, sono svariate le buone intuizioni del regista, a cominciare dai Sette Nani (scordatevi i vari Dotto, Cucciolo, Brontolo…), questi sì molto simili ai temibili Nani di Tolkien, signori (defraudati) del sottosuolo e feroci combattenti (bellissima la battuta sul fischiettare mentre attraversano le fogne – riferimento all’”Andiam a Lavorar” del cartone), capaci di vedere la Luce nell’Oscurità e che per questo diventano i primi seguaci di Biancaneve, Principessa Guerriera.
L’idea centrale è proprio l’eterna lotta tra Luce ed Oscurità, intesa anche come bellezza esteriore (avvenenza, potere, ricchezza) contro la bellezza interiore (umiltà, amore, sacrificio) degli Esseri Umani, ben rappresentati dalla vampiresca Regina, che “strega” i propri interlocutori e deve i propri poteri alla sua avvenenza, e da Biancaneve, che” ispira” chi le sta attorno.
La nota stonata, oltre ad una trama non sempre coerente, sta probabilmente nella scelta dell’attrice principale, una Kristen Stewart con un’espressività che, seppur nella sua intenzione “sognante”, non si discosta quasi mai dall’ebete, se non ogni tanto sfociare nell’allupato (quando guarda il muscoloso Cacciatore)… scusate la battuta, ma ci sentiamo di dissentire dallo Specchio Magico che la indica come la più Bella del Reame rispetto alla Theron. Va bene il voler enfatizzare il concetto della Bellezza Interiore, la Luce dentro l’Oscurità, ecc. però qui il problema sembra il talento recitativo (oltre che il resto). Scelte di Scuderia Universal? Necessità di attirare il pubblico dei teenager di Twilight?
Biancaneve a parte, comunque, si tratta di 2 ore di buon spettacolo, con molte buone intuizioni e buone idee visive… a dimostrazione che si può impressionare anche senza 3D. VOTO: 7/10