Assassinio sull’Orient Express – Un Cluedo su Rotaie

Assassinio sull’Orient Express – Un Cluedo su Rotaie

A 43 anni dalla versione originale sul grande schermo, lo shakespeariano Kenneth Branagh per eccellenza riporta in auge Agatha Christie, nel classico dei classici del genere “Chi è stato?”.

Anche interprete principale, ovvero Hercules Poirot, Branagh può contare su un mega cast per il film, un po’ come era capitato per l’originale di Sidney Lumet. Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Judi Dench, Penelope Cruz, Willem Dafoe, e la stellina Daisy Ridley (della nuova trilogia di Star Wars).

Difficile dire qualunque cosa sulla trama, il treno che ospita omicidio, sospetti ed omicida (una specie di Cluedo su rotaie) un po’ perché ricalca abbastanza fedelmente l’altro, un po’ perché finirebbe con lo svelare troppi indizi. Concentriamoci dunque su quello che ci è piaciuto e cosa no.

Come al solito, il Maestro nordirlandese è impeccabile da un punto di vista della fotografia: le atmosfere anni  ’30 sono impeccabili, lucide e patinate come ci si potrebbe aspettare; e bene è rappresentata la fascinazione del periodo per il Medio Oriente, Istanbul, lo stile damascato… quasi agiografico in certi punti, tanto che ad un certo punto il buon Ken si permette una versione dell’Ultima Cena di Leonardo con tutto il parterre-des-rois a disposizione. In più, una dimensione (mai veramente esplorata nei film di 40 anni fa) quasi metafisica dell’ossessione di  Poirot per la giustizia, il crimine visto come uno squilibrio intollerabile, il mondo come la somma manichea di giusto/sbagliato e bianco/nero, senza possibilità di mediazione.

Purtroppo, il film è una bellissima e un po’ noiosa cartolina. La galleria dei personaggi alla fine è una superficiale occasione per mettere inutilmente insieme tante star in un luccicante pantheon, ma che alla fine non aggiunge niente per via di un approfondimento psicologico pressochè inesistente; quasi che la trama, la ricostruzione logica, la risoluzione finale dell’enigma fossero sufficienti a tenere in piedi il tutto: invece, si tratta solo di una piece ben congegnata, ma vecchia come concetto. Tanto ogni mezzoretta spiega tutto Poirot. Statico come un presepe vivente. 

Non accidentalmente, parlando di presepi, a voler essere sinceri ci è sembrato un cinepanettone, di gran classe e ottimi ingredienti, ma sempre un cinepanettone: un divertissement senza pretese per chi non volesse necessariamente una commedia. E c’è pure l’atmosfera innevata a contribuire allo spirito natalizio del film, evidentemente voluto a tutti i costi. Poco altro da dire su questo treno, che ci sembra parecchio in ritardo rispetto al cinema del 21 secolo. Ultra-ortodosso. VOTO: 6/10 

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