Ant-Man – Piccolo Grande Superuomo

L’ultimo sfornato dei Marvel Studios è anche uno dei primi ad apparire sulla carta stampata dei Marvel Comics: AntMan appare nel  1963, ed è pure uno dei membri fondatori  degli Avengers (sempre sulla carta stampata). Per gli amanti dei fumetti, interessante è la scelta di non utilizzare l’alter ego storico  Henry Pym, ma quello attuale ovvero Scott Lang, ladruncolo  dal cuore d’oro e che finisce con l’essere  reclutato proprio dal dottore  Pym nei panni  del supereroe più piccolo di tutti i tempi, ovveto Antman, che oltre ad avere il potere di rimpicciolire a comando,  mantiene però forza ed agilitá pari ad un  uomo di dimensioni normali (e quindi intensificate su un corpo così piccolo) e comunica  con le formiche grazie ad un’altra tecnologia del buon dottore.Missione: evitare che la tecnologia di miniaturizzazione sia venduta ai militari.

Ormai siamo nella cosiddetta terza fase del Marvel Universe, e l’introduzione di personaggi nuovi è sempre un rischio da un punto di vista della ripetitività (origini, scoperta di sé, confronto col nemico,vittoria finale). Ecco perché probabilmente gli Studios hanno optato non per Henry  Pym, un po’ troppo simile a Tony Stark/Iron Man, e invece hanno scelto Scott  Lang, quello che appare, rispetto  al resto degli Avengers, un perdente in cerca di riscatto: talentuoso ingegnere sì, ma ex detenuto (seppure per motivi  disinteressati), divorziato con figlia che riesce a vedere raramente,  e seri problemi  economici. ..una specie di Peter Parker  (Spiderman) quarantenne. Insommasi è voluto strizzare  l’occhio ad una fetta di popolazione che difficilmente si poteva immedesimare con dei del tuono, supersoldati, geni miliardari. Per di più i superpoteri di Scott sono assai meno spettacolari  di altri (e chi sceglierebbe di rimpicciolirsi rispetto a volare, spaccare carri armati a pugni, o evocare fulmini?).

Invece l’operazione è stata molto intelligentemente  condotta, sia per la caratterizzazione del personaggio di cui sopra, sia per come AntMansi diversifica dal resto delle pellicole marvel in  termini  di mood generale, molto più leggero e scanzonato, sia per come recupera tutto il patrimonio filmografico del concetto di miniaturizzazione di un essere umano : in alcuni casi siamo in Tesoro Mi Si Sono Ristretti  i Ragazzi, in altri è Salto Nel Buio, ma tocco geniale è il recupero di un vecchio capolavoro di fantascienza The Incredible Shrinking Man, soprattutto  nel finale “subatomico”, davvero molto suggestivo. Buona in generale laresa grafica delle trasformazioni e dello stile di combattimento.

Buone le interpretazioni, con un Paul Rudd che ben rappresenta un supereroe non troppo cool e suo malgrado (ma con tocchi alla McGyver), un Michael Douglas buon mentore, Evangeline Lilly (la Jane di Lost) un fiorellino d’acciaio e un Michael Pena spalla divertente. Meno interessante la scelta del cattivo, Darren Cross, un po’ troppo anonimo.

Insomma un buon film di genere, e i presagi dello sfruttamento del personaggio ci sono tutti. Piccolo grande supereroe. VOTO: 7/10

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